PERU’
Il Perù è un paese dell’America Latina in rapido sviluppo, con importanti diseguaglianze sociali ed economiche, soprattutto nelle regioni rurali ed amazzoniche.
Il forte flusso migratorio verso la città, degli ultimi anni, ha innalzato notevolmente la densità abitativa urbana, con gravi conseguenze di inadeguatezza dei servizi e delle strutture educative. Il tasso di alfabetizzazione nel Paese è del 97%, grazie soprattutto ad un sistema scolastico obbligatorio, ma la qualità dell’insegnamento pubblico è bassa e inadeguata. Ben due terzi dei bambini da 0 a 17 anni vive al di sotto della soglia di povertà e di questi il 9,1% non ha accesso al sistema scolastico nazionale. Un fenomeno molto diffuso è anche quello del lavoro minorile, che costringe i minori peruviani, in età scolare, a lavorare per contribuire al sostentamento economico della famiglia.
ECUADOR
L’Ecuador è agli ultimi posti nelle classifiche di ricchezza tra i paesi dell’America Latina, le cui ragioni sono da attribuire presumibilmente all’estrema vulnerabilità politica che ne ha caratterizzato la sua storia, segnata da profondi stravolgimenti politici e forti tensioni sociali.
Come in tutti i Paesi dell’area, inoltre, risultano molto forti le disuguaglianze economiche e sociali tra la popolazione. Disoccupazione, sottocuppazione e povertà estrema sono molto diffuse e colpiscono soprattutto le popolazioni indigene delle zone rurali della selva, che stentano a ottenere il pieno riconoscimento dei propri diritti. Critica è la condizione dell’infanzia in Ecuador, con una percentuale particolarmente elevata di bambini di strada. Moltissimi sono i bambini privati delle più elementari forme di alfabetizzazione e di istruzione, mentre circa il 20.5% della fascia d’età 5-9 anni ed il 53% tra i 10 ed i 14 anni è avviato al lavoro, che spesso li espone a forme di sfruttamento o occupazioni umilianti e degradanti.
ARGENTINA
Nonostante l’Argentina sia oggi uno dei paesi emergenti dell’America Latina, sono ancora molto forti i contrasti sociali ed economici che ne hanno caratterizzato la storia recente.
Nel 2001, infatti, lo Stato fu colpito da una profondissima crisi economica che provocò il blocco quasi totale dell’economia con un drammatico aumento del numero dei disoccupati e dei nuovi poveri, della piccola criminalità, degli atti di vandalismo contro banche ed esercizi commerciali e di rivolte popolari violente e sanguinose.
Oggi la distribuzione della ricchezza nel Paese è molto diseguale, con una classe media dinamica e benestante ma con quasi un terzo della popolazione che vive con meno di 2$ al giorno. Naturalmente tutto questo incide notevolmente sulla condizione dell’infanzia con un ampio numero di bambini che vivono al di sotto della soglia di povertà e soffrono di gravi forme di denutrizione.
MADAGASCAR
Segnato da una profonda e prolungata instabilità politica, il Madagascar è oggi in una situazione economica e sociale estremamente complessa, con più del 50% della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà e priva di qualsiasi servizio di base. L’agricoltura praticata con metodi arcaici e dipendente dalle variazioni climatiche e la disoccupazione dilagante, soprattutto nelle aree urbane, spinge numerose persone a vivere per strada.
Fortemente preoccupante è la condizione dell’infanzia. La scarsa diffusione delle strutture sanitarie e il livello di malnutrizione ( il 48% di bambini che soffrono la fame) incidono profondamente sul tasso di mortalità infantile che risulta piuttosto elevato, specie sotto i 5 anni. A questo si aggiunge la debole diffusione dell’istruzione e dell’educazione. A causa dei costi elevati, infatti, il tasso di abbandono scolastico è molto alto tra i minori e comporta, naturalmente, una grossa percentuale di analfabetismo, che colpisce, ad oggi, circa la metà della popolazione adulta.
TANZANIA
Nonostante la Tanzania goda di una situazione di relativa stabilità politica e sociale rimane ancora oggi uno dei Paesi più poveri al Mondo con gran parte della popolazione che vive con meno di un dollaro al giorno e si occupa di un’agricoltura di sussistenza resa estremamente complessa dalle condizioni topografiche e climatiche del luogo.
Molto complessa è la situazione dell’infanzia. La carenza di cibo, unita alla diffusione di alcune patologie, la cui cura risulta complessa a causa dell’ estrema scarsità di strutture sanitarie, farmaci specifici e personale medico qualificato, specialmente nelle zone rurali, fa si che il tasso dei bambini sottopeso al di sotto dei 5 anni sia pari al 22% e che il tasso di mortalità infantile si attesti intorno all’11%. Il sistema scolastico risulta debole e inefficiente a causa degli irrisori investimenti del governo nel settore educativo, con grosse sacche di popolazione adulta completamente analfabeta.
REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO
La Repubblica democratica del Congo è uno dei paesi più poveri al mondo, nonostante sia uno dei Paesi più ricchi di risorse naturali e idriche di tutto il continente Africano. Decenni di dittatura, sfruttamento indiscriminato delle risorse, guerre civili hanno distrutto infrastrutture, quartieri, istituzioni statali e della società civile e hanno reso meno efficienti le strutture sanitarie locali. Più della metà della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, con una crescita esponenziale del fenomeno dei bambini di strada. Agli orfani e agli ex bambini soldato si aggiungono i piccoli allontanati dalle famiglie che non sono in grado di sfamarli o rifiutati perché accusati di stregoneria, da predicatori ed esorcisti che operano nelle baraccopoli. La vita per strada è per questi bambini particolarmente dura: violenze, sfruttamento, lavoretti nei mercati, elemosina e piccoli furti, ma spesso anche di prostituzione, attività illegali e altri espedienti caratterizzano le giornate di questi bambini, privati di qualsiasi elementare diritto.