A piedi nudi

Mzungu che vieni dal nord
Volontario in aiuto dell’Africa
Con risposte a domande mai chieste

Fuggi da un mondo di scarpe ormai strette
di luci abbaglianti e fittizie
Di macchine e strade asfaltate

Soffocato dalla rincorsa al lavoro e al successo
Cerchi avventura e sapore di esotico
Un contatto con la natura che hai perso
Con un io che non sai più chi è

Ora sei in Africa

Hai una casa e anche qui dormi su un comodo letto
Un ventilatore in camera
senza tregua gira
Il frigorifero
in cucina
ti assicura cibo
e fresche bevande
Non conosci la fame né soffrirai la sete
Come noi povera gente

Mzungu che vieni dal nord
Che dici di volerci aiutare
Che sostieni i diritti di bambini e di donne
Ci parli di equità e di giustizia
A noi sconosciute parole

Non abbiamo
domande da porre
Ma se vorrai ascoltarle
Racconteremo le nostre storie
Ti offriremo le nostre risposte

Ti invitiamo
a levarti le scarpe

A camminare con noi
Un corteo di donne
Una mattina una nuova alba
Per iniziare la Marcia dell’acqua

A piedi nudi
Su terra di fuoco o di fango
Percorreremo più di 20 chilometri

Partiremo
Da Talawanda
ancor prima che il gallo
Inizi il suo canto

Sarà già il tramonto
Quando raggiungeremo il più vicino villaggio
Per raccogliere Acqua
Il nostro oro bianco

Il sole, ormai addormentato
lascerà che il faro
lunare illumini il cielo
E luminose stelle vestano
La buia notte
Come diamanti su corpi di donne

Il corteo sfilerà al ritorno
20 I litri che riempiranno ogni secchio
Pesante sulle nostre povere teste
Certamente stanche ma ormai abituate ed esperte

Soffrirai con noi la fatica
Ti brucerai dei piedi le piante
Il sudore scenderà sul tuo volto

Ti aspettiamo Mzungo
Saremo pronte alle cinque,
come ogni mattina
sulla soglia di porte
di legno
a Talawanda,
il nostro villaggio
di capanne
e mattoni di rossa terra

Mzungu che vieni dal Nord
Questa è la storia che raccontiamo
Questa la risposta che ti doniamo
Questo l’invito

Spogliati dei tuoi pregiudizi
Del mito
di un’Africa
che in realtà non conosci
Leva le scarpe che porti ai piedi
Soffri e allo stesso tempo gioisci
Rallenta il tuo ritmo
E riscopri il senso

Balla

sotto la pioggia
Come I nostri bambini
Impara a sorridere e non lamentarti

Sveglia mzungu
Dal lungo sonno
Racconta la nostra storia

Nel tuo assopito mondo

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L’ alba illumina I colori del cielo

Il gallo fiero
Intona il suo canto
Omaggio ad un nuovo giorno

Ho fatto un sogno
Una donna mi chiamava mzungo
Mi raccontava una storia che non conosco
Che stringe lo stomaco
In una morsa, un nuovo pianto

Sento caldo, mi è entrato nel corpo
Un rumore di scopa che spazza
Disturba il sonno
Sono solo le 5, è appena mattino
mi rimetto a letto

Io posso
Non loro

Non era un sogno il mio

Piedi neri nudi
Solidi su terra di sabbia
Che ingoia chi non conosce
Che brucia chi per la prima volta la calpesta

Callosi sporchi ruvidi vissuti
Coraggiosi
Schiavi eppure così
Liberi

Impavidi e modesti
Iniziano un lungo cammino
La marcia dell’acqua

Con ritmo lento e costante
Percorrono Chilometri
Oltre 20, mi dicono
Più di 40 per andare e per tornare

Attraversano villaggi
Di polvere e carbone
Case di foglie intrecciate e mattoni ammassati
Effluvi di cibi fritti
File di palme e di banani
Campi di ananas e alberi di mango

Sostengono corpi di giovani donne
E anziane
Robusti e sinuosi danzanti a ogni passo
In armonia con il vento che tutto piega
ma non loro
Avvolte in veli di batik dai mille colori
Rughe che definiscono volti stanchi e forti

Occhi intensi eppure velati
che celano storie proibite
Violenze subite e mai denunciate
A volte persino incomprese e solo vissute

Sono un mzungo in terra Africana
Soffro il caldo e il sole mi brucia la pelle
Ora è il momento
Colgo l’invito
Racconto le storie che ascolto
Con l’unico auspicio
Di risvegliare il mondo mzungo
Da un prolungato e incompresibile sonno

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