Quello della cooperazione è certamente un mondo complesso, fatto di sorrisi, delusioni e soprattutto attese. Ingrediente basilare non può però non essere un pizzico di sogno e, pensando ai celebri versi di Galeano, di “Utopia”.
Se l’italiano ammette l’uso transitivo di ‘sognare’ e dunque si può dire “ti ho sognato” oppure “ho sognato un mondo migliore”, non così lo spagnolo che ne ammette il solo uso intransitivo.
Certo, la lingua è lo strumento comunicativo principale con cui ci relazioniamo con il mondo circostante. Uno strumento limitato, con cui spesso ci si limita a sfiorare l’oggetto o solo ad avvicinarlo per contrasti o approssimazione. Eppure, in questo caso, la lingua spagnola ci indica la strada: ‘soñé contigo’, ‘soñé con un mundo mejor…‘.
Non importa dunque cosa o chi si sogna, ma con chi. Mi sembra una buona definizione di “corretta” cooperazione: il sogno si condivide ed insieme si costruisce il cammino.
Lei è all’orizzonte.
Mi avvicino di due passi,
lei si allontana di due passi.
Cammino per dieci passi e
l’orizzonte si sposta
dieci passi più in là.
Per quanto io cammini,
non la raggiungerò mai.
A cosa serve l’utopia?
Serve proprio a questo: a camminare.
(E. H. Galeano)