Il tutto iniziò con una partenza sapendo il giorno di inizio e il giorno di fine. E’ proprio questo il caso di questo SVE in Ecuador, nella città di Santo Domingo, dove ogni emozione vissuta, sentita e provata può lasciare un grande ricordo a me e ai ragazzi del progetto.
Pperché tutto ciò che si è vissuto è un qualcosa di grande, perché è sincero dal primo momento e continua ad esserlo, in questa esperienza in questa struttura d’accoglienza cosi grande dove ogni giovane può osservare in ogni azione in ogni dettaglio, la vera essenza e la purezza di poter gioire e sognare nonostante tutto. Dove ogni passo lascia dietro un ricordo un qualcosa di vissuto, ed è per questo che come dura prova la si può definire un’esperienza basata su un cambio drastico per tutti, una realtà che non conoscevo, una vita difficile quella dettata dal dolore e dal poco vissuto di gioia dei nostri ragazzi, di chi non ha potuto assaporare la gioia dell’infanzia, la piccola ma grande passione di poter giocare senza avere rancori o senza aver paura della violenza. Questi ragazzi non hanno conosciuto l’amore: sono ragazzi che hanno il diritto di poter arrivare a questo grande gradino, sembra strano, ma chi non conosce questo non ha ancora conosciuto nulla, ed è per questo che quello che vivo e sento ogni giorno, ha un fascino ancora più grande perché chi sa di cosa sto parlando. Solo chi sa può comprendere la difficoltà di interagire con chi non può sentire questo sentimento: l’amare la vita, perché i canoni non sono per tutti uguali, la vera gioia è la speranza che questi piccoli portatori di strane realtà molto dure, possano un giorno dire che si, magari anche per poco, hanno sentito la purezza dell’infanzia… magari un giorno anche se lontano, potranno dirlo alle loro famiglie che non esiste cosa più grande del fatto di potersi sentire amati anche se da sconosciuti, anche se da Italiani che vanno e vengono. In fondo non importa da chi, importa che questo possa rimanere impresso nei loro cuori, perché il mio obiettivo con loro è questo: ingrandire la immensa capacità di questo organo che non ha limiti, l’amore va insegnato con pazienza, con gioia, con libertà di sentire e di poter confrontarsi giornalmente con chi ha una pietra davanti al corazon…la vita di strada, la vita vissuta con pericolo, con violenza, con criminalità, con droga con non poter vivere con pace la propria esistenza, è una vita colpita da uno sparo, che forse ancora si può curare, anche se lentamente e se con fatica, posso assicurare che ogni azione ha un perché e ogni giovane deve poter esprimere un qualcosa di nuovo, anche un sorriso…. Ma a volte sono sorrisi sinceri dettati da un cuore forzato a non vedere aldilà della violenza subita e vissuta, ma niente è impossibile e quindi complimenti ragazzi del Progetto Sonanado por el cambio: voi siete una speranza che l’ amore ha il peso più forte sulla bilancia perché l’amore è l’arma più forte del mondo e questi giovani sono un esempio di quello che forse un giorno non sarà un sogno, ma realtà.
Assicuro che poter vivere ed sperimentare questo percorso rimarrà impresso perché la Vita non è uguale per tutti: c’è chi ha avuto tanto e c’è chi non ha avuto nulla e chi si trova in quest’ultimo è semplicemente innocente e vittima di quello che non ha scelto. La bellezza è che possano rendersi conto che il cambiamento potrà presto partire da loro stessi, cercando un futuro non nelle favelas ma in un mondo che possa riceverli con affetto, gioia e conforto. Perché bambini si nasce e bisogna esserlo, e anche se non ora, m auguro che nella vita potranno sentirlo dentro questo lato mancato ma che va vissuto prima o poi…