El Wachimán – commedia brillante in otto mesi

Il wachimán è una figura tipica peruviana: è colui che viene pagato dagli abitanti di un quartiere per fare la ronda la notte fischiando ininterrottamente e avvertendo della sua presenza potenziali ladri, ladruncoli e malintenzionati. Ora, visto che oltre al fischietto non possiede nessun tipo di arma, non si capisce perché un malintenzionato dovrebbe averne paura ma, va detto, questo metodo fin’ora ha funzionato e la nostra casa è rimasta protetta.

Sí perché anche noi abbiamo il nostro wachimán ereditato dalla Señora Luz che viveva qui prima (da sola, in una casa di due piani piena zeppe di porte) : Rigoberto, per gli amici Riguito, per me Rigui. Riguito non è il protagonista di questa commedia ma potrebbe tranquillamente esserlo; è un signore sulla…bho…..sessantina? la cui caratteristica principale è avere un sorriso accogliente e rassicurante e, soprattutto, mancante del dente centrale della mascella inferiore. Lo so che un dente centrale non esiste ma nel caso di Riguito lo spazio vuoto è perfettamente al centro, tanto che mi piace pensare che lui il fischio non lo emetta con il fischietto d’ordinanza ma proprio soffiando da quel provvidenziale spazio che gli ha regalato una professione. Ma questo post non è su Riguito. El wachimán é solo un pretesto per parlare dell’inglese in Perù.

Io svolgo il mio servizio come profe de inglés presso un centro d’insegnamento superiore appartenente a Caritas: il CEDHI Nueva Arequipa (Centro de desarrollo humano integral) che offre, a prezzi bassissimi, formazioni in gastronomia, corsi d’informatica, corsi per estetiste e parrucchiere, per saldatori, per artigiane dell’argento e per futuri amministratori d’impresa. Le carreras che si possono intraprendere al CEDHI sono quindi diverse per “importanza” (o presunta tale), per numero di ore e per materie svolte.

Un altro servizio offerto è quello di guardería gratuita per i figli delle studentesse. Io e Giulia, l’altra volontaria che con me percorre l’oretta di camioneta per raggiungere il centro che si trova a Ciudad de Dios, baraccopoli di case di lamiera del distretto di Yura, lavoriamo anche con i piccoli quando non abbiamo lezione con i grandi. Svolgiamo le attività quotidiane proposte dalla Señorita Angela e dalla Señorita Cecilia fino al gran giorno: il giovedì dell’inglese.

Il giovedì mattina infatti proviamo ad insegnare l’inglese ai nostri piccoli che vanno dai due ai sei anni e all’inizio non è stato affatto facile ma, dopo quasi cinque mesi di servizio, possiamo dire di avere avuto delle grandi soddisfazioni. Hanno imparato a contare fino a cinque, a cantare (più che altro a ballare a tempo) la canzoncina delle five little monkeys jumping on a bed, a conoscere il nome di almeno altri tre animali oltre alla scimmia e a cantare e suonare davanti ai genitori e vestiti da angioletti “We wish you a merry Xmas” per la festa di Natale.

Adesso, quando torneremo a lavoro dopo le ferie estive di Febbraio (che è un po’ come Agosto in Italia, il deserto più totale), avremo altri bambini ai quali insegnare. Non ci sarà Carlos Daniel che tutti i giorni mi raccontava come era morto il giorno prima ma che poi era resuscitato grazie alla sua mitologica dottoressa; non ci sarà Alejandro, il figlio della donna delle pulizie, che stava con noi da prima mattina ad accarezzare i cani del CEDHI (la Blanquita e sua figlia Pablita che ormai per i bimbi sono i cani delle miss); Estephano, che aveva imparato alla perfezione “Frà Martino campanaro” in Italiano (canzone che consiglio visto il suo potere calmante stile flauto magico) ma ci saranno i più tremendi e simpatici di tutti: i temibili fratelli Pacori, due mine vaganti che si calmano solo con i video delle canzoncine inglesi, restando come stregati.

Guarderia

Anche i grandi cambieranno quando inizierà il nuovo anno scolastico e io e Giulia rinizieremo immancabilmente con la spiegazione del verbo to be, del verbo to do e faremo i giochi e le dinámicas che hanno funzionato durante il primo semestre. Sí perché qui l’inglese si sa veramente poco, non viene insegnato bene né alle superiori né all’università e i ragazzi si vergognano tantissimo a parlare e ci vuole un sacco di tempo prima che si fidino e provino a dire qualche parola.

Le parole inglesi nella vita quotidiana non mancano e nemmeno i turisti gringos ed europei che pullolano le strade di Arequipa con i loro zaini di manta, i loro marsupi multicolori e il loro colorito rosso gamberone (in caso di turista tedesco va aggiunto l’immancabile sandalo con il calzino) e che si vedono solo ed esclusivamente in centro.

Ciudad de Dios

A Ciudad de Dios molte persone non avevano mai visto due miss blanquitas come noi e non hanno idea di dove si trovi l’Italia, di che lingua si parli in questo paesello e di quanto disti da Yura (se giorni, mesi o anni di viaggio).

 

100peruanos

E questo  ci porta a pensare se il nostro lavoro sia veramente utile qua dove le ragazze di cosmetología non avranno mai una cliente straniera e dove i ragazzi di administración de empresas non si capisce poi bene che tipo d’impresa debbano amministrare. Ma l’utilità del nostro lavoro risiede nel fatto che, ad alcuni, abbiamo aperto un mondo e ce l’hanno dimostrato studiando, facendoci un sacco di domande sull’Europa e venendo a lezione con un grande sorriso e con molto pazienza verso queste miss che tra italiano, inglese e spagnolo a volte fanno un po’ confusione, arrossiscono e s’impappinano.

Per questo motivo, a scopo puramente goliardico e senza voler offendere nessuno, mi piacerebbe compilare un dizionario delle parole inglesi che si vedono nella vita quotidiana arequipeña e dei migliori errori dei nostri alunni nei compiti in classe che mi hanno fatto sentire un po’ come Marcello D’Orta con dei ragazzi che vivono la vita in stile “Io, speriamo che me la cavo” in una zona della città nella quale da poco è arrivata l’acqua corrente, le cui strade sono di terra battuta e piene di sassi, dove batte un sole assassino e non c’è nemmeno un albero e dove l’alcaldía ha deciso di spendere un patrimonio per la costruzione di un parco giochi a tema giurassico e di un centro commerciale per ricchi che è sempre deserto come la terra dopo la caduta del meteorite.

Dizionario d’inglese peruano: Basquet – Broder – Espanish – Manayer – Morgue (proprio come in inglese ma pronunciando alla latina) – Keke (pl. kekes) – Perubian – Pockorn – Pye – Sanguches/ Sanguic/ Sandswiss/ Sandwish – il Wachimán del titolo, accentato ovviamente.

Nomi propri di persone: Braian, Maicol, Evelin, Alexanther, Estif.

Wall of fame dei compiti in classe scritti:

  • “Hellow, bun mori!” – “Nyce to mitoo/ Nice tumidiun/ Niis tu my ybu”
  • “Hawaryou?” – “What to mi you?” – “Maneis?” (How are you/ what’s your name, nda)
  • metti al maschile i seguenti nomi femminili e viceversa:                                 grandfather = grandwoman (nessuno mette in dubbio che la nonna sia una grande donna)                                                                                                     girlfriend = childfriend                                                                                                     nephew = periodista                                                                                                   wife = winner (nel senso che chi ha una moglie ha vinto)                                        wife = café                                                                                                               sister = hermosa (forse lapsus freudiano?)                                               grandaughter = grandthinager
  • Coniuga il verbo to be: I be, you be, he/she/it be…. – I yo, you tu, he él…..  - I is, you is, he/she/it like
  • Describe your family:                                                                                                       – Mi familia está conformada por mi papa y mi madre y mis hermanos; en total somos six.                                                                                                                       – My family es muy bonita de seis persons; my papa trabaja en minas y my moder tambien.

Foto di Giulia Simonelli e Vittoria Bianchini

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Informazioni su Vittoria Bianchini

Laureata in comunicazione multilingue per le relazioni internazionali ma appassionata di teatro e di temi sociali, cerca la sua strada da qualche parte nel mondo. "Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga fertile in avventure e in esperienze. (...) Sempre devi avere in mente Itaca -raggiungerla sia il pensiero costante. Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio metta piede sull'isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca. Itaca ti ha dato il bel viaggio; senza di lei mai ti saresti messo in viaggio: che cos'altro ti aspetti? E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso Già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare" Itaca - Costantino Kavafis

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