Immagini e pensieri sparsi

Vivendo con i ragazzi di strada @ Niños del Río

 

Ciao, come ti chiami?
Mi chiamo Fabrizio.
Ah si, molto bene, tanto piacere.
Sai che a me piace dare fastidio ai nuovi volontari?
Allora andremo d’accordo, anche a me piace dare fastidio ai bambini.

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Prof, sei mai stato innamorato?
È davvero bello, quando sei innamorato pensi sempre a lei e ti senti felice. Le ho dedicato una canzone e le ho anche scritto una lettera, vedi se me la puoi correggere.
Si va bene però lo sai si, che lei non sa leggere?
Si certo, però ho chiesto alla mia amica che la legga per lei.

―•―

Prof, ma l’hai scelto tu di venire in Perù?
Si.
E ti piace il tuo lavoro?
Si certo.
Si certo che ti piace…. vieni a giocare con noi a pallone, in piscina, vieni alle feste e agli eventi, giochi a playstation. E poi quest’anno hai scelto di venire in Perù, magari l’anno prossimo scegli di andare in un altro paese, così conosci sempre posti nuovi, continui a divertirti, a viaggiare a visitare altri paesi, che paraculo prof! Bello il tuo lavoro eh! O no? Non è così?
Ehm si…  più o meno.
Ahhh, se non farò il pilota d’aerei voglio fare anch’io questo lavoro!

―•―

Com’è essere adulto? Cioè, com’è la vita degli adulti, è difficile?
Si a volte, però spesso gli adulti la fanno più complicata di quanto non sia in realtà.
E com’è la vita dei bambini?
Non so, facile credo. Io sto bene così…

―•―

Prof, lo sai che chi erano i primi uomini sulla terra?
Chi erano?
Si chiamavano Adamo ed Eva. Poi hanno avuto due figli, Caino e Abele e da lì è nata tutta l’umanità, anche se poi però uno dei due ha ucciso l’altro. E all’inizio non c’era nessuno cioè solo pochi animali, poche piante e questi due, Adamo ed Eva. Tutto questo sta scritto in un libro che si chiama Bibbia e là c’è scritta anche tutta la storia dell’umanità.
E chi l’ha scritta questa Bibbia? Se c’erano solo loro come ha fatto l’autore a sapere queste cose?
Perché dopo le hanno tramandate e gliele hanno raccontate, no?
Ah già! non ci avevo pensato.

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Ma a te piacerebbe fare l’attore porno?
mmm… non credo e a te?
Si certo, però poi ho paura che mi arrestino.
E perché ti dovrebbero arrestare? Guarda che non è illegale.
Ah….
Perché pensavi che lo fosse?
Non so, perché con queste cose poi i bambini rimangono traumatizzati quindi per questo pensavo che dovrebbe essere illegale.

―•―

Non capisco perché voglio bene a mia madre però mi da fastidio quando viene qua , non ho voglia di passare tempo con lei. Ti dico, a volte mi da fastidio anche vederla.
Si capisco, a volte capita anche a me, però le vuoi bene no?
Si certo… credo di si… cioè abbastanza, però è più bello stare con i propri amici, no? Con i volontari, con gli altri ragazzi della casa, con i compagni di scuola… si o no?

(Ragazzo di tredici anni, scappato di casa quando era ancora piccolo dalla madre alcolizzata che lo maltrattava. Oggi lui e suo fratello maggiore contribuiscono con i pochi soldi che guadagnano a sostenere la madre e i fratellini.)

―•―

Fabrizio, ma tu poi tra qualche mese te ne vai?
Si.
E se invece sono io che decido di andarmene di casa tu sei triste?
No, neanche un po’.
E allora nemmeno io sono triste se te ne vai.
Ah si? E io allora faccio una bella festa se te ne vai, una festa di despedida, per questo hanno inventato le feste di despedida, per festeggiare quando una persona se ne va.
E va bene, allora quando te ne andrai farò una festa anch’io!

―•―

Non dirlo ancora agli altri però ho pensato di lasciare l’associazione a dicembre e tornare a vivere al mio paese, ho ancora qualche parente, conosco molte persone,  non sarà difficile trovare un posto dove stare.
E cosa pensi di fare?
Ho un vecchio motocarro lì, lo posso aggiustare e posso lavorare con quello. Ho visto come faceva mio zio; riusciva a guadagnare bene. Poi mi troverò una ragazza del mio paese, sai? Le ragazze lì sono molto più belle che a Lima. Così poi posso innamorarmi, sposarmi ed avere dei figli.
Però prima di tutto, quando avrò guadagnato abbastanza soldi voglio restituire all’associazione tutto quello che ha speso in questi anni per aiutarmi.

(Ragazzo di sedici anni. Guadagnava la vita rubando, spendendo la maggior parte dei soldi in marijuana e terokal. A quattordici anni ha conosciuto l’associazione, ha iniziato a studiare e a guadagnarsi la vita onestamente.)

―•―

Dai, dimmi la verità ma si vede tanto? Noti qualcosa in particolare?
No, non mi sembra perché?
Vieni di qua non voglio che mi vedano, guarda come sto!
Ti dico una cosa però prometti che non la dici a nessuno, ok?
Non sono tornata tardi per colpa del lavoro, in realtà quando ho finito di lavorare sono uscita con i miei amici. Siamo andati in un bar e abbiamo bevuto, per questo non voglio che mi vedano. Sento gli occhi che mi si chiudono, guarda che faccia che ho! Sennò poi se ne accorgono e mi buttano fuori di casa. Mi sento come che mi gira la testa. È la prima volta che bevo, pensi che sia normale?
Eravamo in quattro e abbiamo bevuto una bottiglia di birra intera, un bicchiere grande ciascuno! Meglio se vado a dormire…

(Ragazza di diciassette anni, fino ai sedici anni ha vissuto nella strada, facendo uso di droghe. Oggi lavora come commessa in un negozio)

―•―

Dì la verità, vorresti poter giocare tutti i giorni a Playstation?
Certo anche tutte le notti se non dovessi dormire.
Quindi saresti contento se Daniel non tornasse più così non si viene a riprendere la playstation?
No. Preferisco che torni Daniel.

(Ragazzo di quattordici anni, ha trascorso la sua infanzia rubando e facendo uso di droghe. Non conosce i genitori)

―•―

Sai questa cosa che ho nel ginocchio…. Quando eravamo piccoli io e mio fratello vivevamo su una collina alla periferia di Lima. Lì c’erano diverse bande, io e mio fratello stavamo in quella dei buoni, cercavamo di difendere la gente che viveva con noi e per questo ci scontravamo con le altre bande che volevano occupare il territorio. Ci chiamavano i tirapietre perché lì in cima alla collina c’era un grande campo con una specie di recinzione e combattevamo lì, da una parte all’altra della recinzione, tirandoci le pietre. Una volta però quelli dell’altra banda mi hanno catturato e mi hanno messo un coltello nel ginocchio. Sono andato all’ospedale e lì mi hanno operato. Per questo mi è rimasta questa cicatrice. Quando ho lasciato il quartiere sono andato a vivere per la strada, lì avevo molti amici, però quasi subito mi hanno preso e mi hanno messo al carcere minorile. All’inizio ero uno dei più piccoli e per questo ho dovuto subire molto, anche dalle guardie che lavoravano lì dentro. Una volta mi hanno messo in una stanza buia e mi ci hanno lasciato per diversi giorni senza darmi neanche da mangiare. Quando ero entrato avevo conosciuto un ragazzo un po’ più piccolo di me, aveva tredici anni, eravamo diventati buoni amici. Quando mi hanno tirato fuori dalla stanza buia l’ho cercato ma era sparito. Ho chiesto dov’era e mi hanno detto che era morto. Poi ho saputo che era stato ammazzato da quelli più grandi, l’avevano violentato. Credo che sia morto per il dolore. Per questo poi ho deciso di imparare a combattere e a difendermi da solo.
Poi un giorno finalmente sono uscito e ho provato a cambiare vita. Però ancora oggi sento che il demonio vuole prendermi di nuovo, il diavolo intendo, hai presente? Io cerco di allontanarmi ma sento che lui mi insegue. Anche adesso. Per questo ho cominciato ad andare in chiesa e a pregare. Spero che Dio mi possa aiutare, ho paura di ritornare all’inferno.
E tu che mi dici? Perché non mi racconti anche tu un poco della tua vita?

casa

 

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