Gli “Spaghetti Western” rivivono a Pomabamba

…ci ritroviamo seduti in un gran salone di una enorme casa al secondo piano di una “tienda” di alcolici. Un negozietto molto elegante e fuori dal comune mondo di Pomabamba. L’atmosfera non é quella solita “campesina” della sierra peruana…sembra di entrare in un mondo “cinematografico western”. Il propritario di questo negozio e della casa é il Signor Alejandro Carvajal. Un uomo alto, o basso, 1.65 piú o meno, con baffo ben raffinato, ed abbigliamento prettamente da Far West: stivali a punta, jeans, camicia a quadri ed in testa un enorme cappello da cowboy; tutto lo rende cosí magico se ci aggiungiamo, o gli togliamo un braccio, precisamente quello sinistro: l’ha perso in un duello, da bambino, con un fuoco d’artifico. Ma tutto si é risolto con un bel braccio di plastica quasi arancione. Ogni volta che passiamo davanti al suo negozio non c’é mai, ha tanti soldi che puó permettersi di aprire il negozio e sparire…ma quando c’é ci invita sempre un bicchierino di anis.

Ma ritorniamo all’inzio, al gran salone; ci invitò al suo compleanno, che concideva con quello di Janica, per condividere un momento insieme. Tutto intorno a noi sembra tratto da un film di Sergio Leone; gli piace cavalcare, ha due cavalli e diverse proprietá…ci racconta della sua vita: due figlie studiano a Lima e una deve finire il collegio a Pomabamba, con la moglie sta per divorziare…e mentre ci parla mostra le foto appese alle quattro pareti del salone, fiero di suo padre carabiniere e delle sorelle…morte in tre incidenti diversi. Tra una chiacchiera e l’altra si allontana e ritorna con un vinile di musica italiana. Spolvera l’enorme giradischi, che sembra un armadio, e mette la sua canzone preferita: “L’mmensitá“. Il fascino della musica italiana degli anni 50/60 non ha fine né confini, mentre la polvere sul vinile rende l’audio grezzo e l’atmosfera western prende ancor piú vita. Ci invita un vino bianco e qualcosa da mangiare; mentre la musica ci accompagna gli chiediamo se per caso conosce Sergio Leone; si allontana di nuovo per prendere una videocassetta (VHS): “IL BUONO, IL BRUTTO E CATTIVO”“Quando sono a cavallo mi dimentico di tutti, solo Dio in quel momento é piú in alto di me”. Finiamo il vino e subito ne prende un altro, questa volta un vino rosso, dolce, un “vino de misa”, e ogni volta che qualcuno cerca di bere facciamo un brindisi.

Dopo Sergio Leone gli facciamo un’altra domanda: Conosci Ennio Morricone? Rapido si allontana per l’ennesima volta e ritorna dal nulla, come in un film western, ma con in testa uno dei suoi sombreri da cowboy ed in mano una cassetta a nastro, ce la mostra: MUSICA WESTERN di ENNIO MORRICONE. Rimaniamo increduli da tutto ció: siamo a Pomabamba (3.000 m) nella sierra peruana e tutto ció é magico. Mette la cassetta: INCANTO! Salone con pavimento di legno un pó “scricchiolante”, il vino, il Sig. Carvajal e il suo sombrero, la musica di Ennio Morricone, mancanono solo i colpi di pistola o qualche rissa stile Far West. La serata sta per terminare,e senza rendercene conto formiamo un cerchio e Carvajal inizia a parlare della sua vita, cerca di darci dei consigli su come gestire e affrontare la vita, soprattutto quella di coppia. “Ora la casa é vuota, mentre prima c’era “confusione”…ora c’é tristezza; ma c’é Dio e só che per me ha una grande sorpresa“.

Parla per una mezz’oretta, ma non ce ne rendiamo conto. Carvajal in questo momento ha uno sguardo triste e commovente, l’eleganza nel parlare é interrotta da varie pause che sembrano infinite, forse la commozione o il solo fatto di pensare bene a cosa dire. La musica di Morricone come fondo rende tutto piú nostalgico e malinconico. Anche noi siamo emozionati. Quel discorso, quello sguardo, quei vestiti e quel sombrero, le foto, decine e decine di foto appese alle pareti del salone, quei vinili, i divani, quel pavimento di legno, il sorseggiare i vini, il cortile interno con la porta stile Far West…e mentre scendiamo le scale per andarcene, da una stanza al piano terra compare un poster gigante di Bruce Lee, non chiedetemi cosa centra perché non lo so.

Tutto questo rimarrá vivo in me, in noi. Ed ogni volta che una canzone di Morricone o un film di Sergio Leone si “presenterá” nella nostra vita, quella serata, quell’uomo, quelle parole ritorneranno e ci faranno emozionare e chiudendo gli occhi sembrerá di stare in un film di Sergio Leone…come quella volta in cui ci ritrovammo seduti in un gran salone…P1030200

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