Un anno della mia vita

Una foto per raccontare un anno della mia vita, una foto per parlare di un’esperienza di
volontariato così intensa, che mi ha portato e dato l’opportunità di vivere 12 mesi in sud America, precisamente in Ecuador, e sperimentarmi all’interno della Fondazione Maria Amor, centro di accoglienza e di attenzione integrale per donne e bambini vittime di violenza intrafamiliare.

milena colzani_EcuadorHo scelto questa foto perché parla del mio servizio all’interno della Fondazione, parla delle attività con le donne accolte di cui mi occupavo, parla di circoli di lettura, di cineforum, di corsi di cucina, di meditazione, di psicoeducazione, parla di storie e di sguardi che si incrociano, di sorrisi che si scambiano e di momenti di vita che si condividono. Un’esperienza sicuramente molto importante dal punto di vista umano, che mi ha fatto crescere, che mi ha aiutato ad aprire ancora di più la mente, un’esperienza che ti insegna a metterti nella pelle dell’altro e a vedere le cose da cento punti di vista diversi, imparando a provare a comprendere invece di giudicare; un’esperienza che ha fatto emergere una pazienza che non sapevo di avere, che mi ha insegnato a tenere duro nelle difficoltà e ad affrontare gli ostacoli invece di aggirarli.

Tra gli aspetti positivi, tra i punti di forza di questa esperienza devo sicuramente nominare l’aver appreso una lingua straniera, lo spagnolo, l’aver conosciuto e l’essermi immersa con sincera curiosità in una cultura così diversa, con il suo fascino e le sue mille contraddizioni, l’essermi messa alla prova, costantemente e l’aver superato quelli che pensavo essere alcuni dei miei limiti. E poi loro, le donne, con cui condividevo ogni giornata, con le loro storie e la loro forza, che è stata un po’ anche la mia, nella consapevolezza di fronte alle difficoltà che quello che stavamo costruendo insieme rappresenta per loro qualcosa di importante; e le mie compagne di viaggio, che sempre hanno rappresentato un punto fermo della mia esperienza.

Allo stesso tempo molte sono state le difficoltà e i momenti di crisi, confrontandosi quotidianamente con una realtà spesso contraddittoria, in particolare con la realtà locale del centro dove prestavo il mio servizio volontario, in uno scontro quotidiano tra quello che puoi fare e quello che ti viene richiesto di fare, lottando giorno dopo giorno per cercare di scardinare l’idea inconsapevole e radicalizzata che vede nel volontario una risorsa da sfruttare quanto più possibile, da impiegare per i compiti, orari e turni più scomodi; per gestire le sempre maggiori richieste non conformi agli obiettivi del progetto, per far fronte alla scarsa comunicazione, che impedisce il passaggio di informazioni e quindi limita una partecipazione autentica e per non farsi travolgere da una maniera di gestire le situazioni molto differente da quella che siamo abituati ad affrontare.

La soluzione è stata quella di cercare comunque di creare e di fare qualcosa di personale,
mostrando giorno dopo giorno con i fatti la risorsa che può rappresentare il volontario, con le sue idee e le sue competenze, con il suo impegno e la sua passione, con la speranza (forse vana) di aver contribuito giorno dopo giorno a cambiare almeno un pezzetto di questo immaginario!

Lascia un Commento