Non appena ti allontani dal centro abitato di Klinë/Klina, risalendo su per i villaggi, il paesaggio campestre ti appare costellato da grandi case a due, tre piani, coi mattoni rossi a vista, non intonacate e in alcune parti ancora in costruzione (chissà se mai verranno finite). Sono circondate da un muro di cinta, anch’ esso non intonacato, che racchiude un appezzamento di terreno, brullo e freddo d’inverno, ma dove adesso iniziano a maturare verdure e ortaggi. Galline, galli e pulcini scorazzano negli orti, a volte si avventurano oltre il muro e finiscono in strada o a beccare lungo i canaletti. In ogni casa c’è una stalla che ospita solitamente 2-3 mucche, non di più. Ognuna di queste case, eccezion fatta per quelle serbe, racchiude in se più famiglie. Solitamente insieme ai genitori anziani vivono uno o più figli maschi, le loro spose, e i relativi figli e figlie. E proprio le nuore sono le incaricate dell’intera cura della famiglia allargata. Il percorso di vita di una donna è piuttosto chiaro: un matrimonio in giovane età, la vita all’ interno del nucleo familiare del marito. E poi figli, faccende domestiche, animali da allevare, orti da coltivare e legna da spaccare per l’inverno, etc.
A Videja/Vidanje, il secondo villaggio che si incontra uscendo da Klinë/Klina, abbiamo conosciuto un’associazione di donne locali attive nella promozione dei diritti delle donne nelle aree rurali della municipalità: “Indira”. La sua composizione rispecchia quella del villaggio: donne albanesi e serbe che lavorano e vivono insieme come se non ci fosse mai stato un conflitto “etnico”. Uno dei progetti promossi dall’associazione, con il sostegno del comune, è un corso di alfabetizzazione non formale in favore di donne e ragazze della zona.
L’educazione nelle zone rurali del Kosovo, è una questione abbastanza complessa. Molto si è fatto, e altrettanto ancora c’è da fare, in zone che a volte paiono sfuggire all’applicazione piena delle buone leggi d’ispirazione internazionale. Sulla carta le intenzioni sono delle più nobili, ma sul terreno la situazione è complessa, il pregiudizio ancora vivo, le condizioni delle famiglie tali da non valorizzare a sufficienza l’istruzione in generale, e quella femminile nello specifico.
Stando ai dati ufficiali, il livello di analfabetismo nella municipalità di Klina si attesta ad oltre il 10%….più della metà sono donne, non solo anziane, ma anche 30enni, 40enni e ragazze di molto più giovani. Tale situazione è il risultato di un intricato intreccio tra passato e presente, attorno alla costruzione sociale dei ruoli di genere, condizioni economiche e sociali delle famiglie, e gli effetti del precedente conflitto. Il controllo sulla donna è stato, e continua ad essere, abbastanza stretto, andare a scuola poteva essere fonte di dicerie da villaggio sulla serietà della ragazza in questione. Gli innumerevoli lavori ed obblighi domestici lasciavano, e lasciano, poco spazio per coltivare altri interessi extra-familiari, e le condizioni svantaggiate di alcune famiglie contribuiscono a mettere l’educazione femminile tra le ultime delle priorità. A queste motivazioni vanno aggiunte gli effetti del conflitto, che hanno forzato molte donne (ma anche uomini) a lasciare la scuola, o a studiare nel sistema scolastico parallelo.
“Indira” ha così deciso di avviare un progetto pilota, un corso gratuito e specifico per donne e ragazze. Due volte a settimana parte il pulmino che raccoglie casa per casa le 12 donne frequentanti, provenienti dai villaggi alle porte di Klinë/Klina, e le conduce nel villaggio di Jagode/Jagoda, dove la municipalità ha messo loro a disposizione un’aula all’interno della scuola elementare. Li una giovane insegnante del posto, Anduena, le prepara seguendo il programma promosso dal ministero dell’educazione e da UNICEF. Il gruppo è davvero eterogeneo, ci sono signore di una certa età, giovani donne e ragazze giovanissime, ma tutte accomunate dalla volontà di apprendere. Non nascondono la fatica, ma dimostrano entusiasmo, e la dedizione e professionalità di Anduena, che le accompagna passo passo, le rassicura.
Quando le vado a trovare sono sempre intente sui loro quaderni e libri, e adesso che il loro percorso di studio volge al termine, insieme si preparano per acquisire il diploma di scuola elementare. Ancora una volta chiedono su cosa sarà l’esame finale, se sarà difficile, se potranno tenere con se il foglio delle tabelline, ed ogni volta l’insegnante e la presidentessa di Indira le rassicurano: non avranno niente da temere!