L’asilo Margherita Kids e i suoi piccoli protagonisti

Anisa è una bambina sorridente, curiosa, sempre pronta a lanciarsi nelle attività più disparate, a suo modo. È il modo di una bambina di 6 anni con un ritardo poco chiaro, perché non è stata sottoposta a una visita specialistica capace di fornire una diagnosi completa del suo disturbo.

Gli altri bambini della sua età si esprimono fluentemente in albanese, lei invece si limita a strilli e schiamazzi, si compiace battendo le mani e si butta a capofitto nell’imitazione di tutto quello che vede. Di certo imitare è il primo e miglior modo per imparare e l’asilo le offre tanti stimoli.

Anisa ha cominciato quest’anno a frequentare l’asilo “Margherita Kids”, a Zllakuqan, un villaggio nella zona rurale intorno a Klina. Prima dell’apertura dell’asilo gestito dall’ONG locale Childproof (Cipof) nel villaggio non era presente alcun servizio per bambini. L’anno scorso, anche con l’aiuto di RTM, Cipof è riuscita ad aprire l’asilo e lo gestisce da un anno scolastico, fornendo un servizio importante al villaggio e a tutto il contado.

Il padre di Anisa è un signore giovane che ha dimostrato da subito di voler portare la bimba all’asilo, anche a costo di qualche sacrificio. Il suo è un comportamento illuminato in Kosovo, un paese in cui le persone con disabilità sono spesso nascoste agli occhi della comunità e in cui le famiglie stentano ancora ad apprezzare l’utilità della scuola d’infanzia. L’alta disoccupazione femminile e il costo degli asili fanno il resto: i bambini rimangono a casa con mamma e nonna.

Un'aula dell'asilo Margherita Kids

Un’aula dell’asilo Margherita Kids

Per Anisa invece è diverso, il padre l’accompagna e torna a prenderla tutti giorni, la scruta da cima a fondo, si legge sul suo volto la gioia di un padre che vede la sua bimba sorridente. Lei lentamente impara dalle maestre e dai bimbi, acquisisce gestualità complesse e ogni tanto si imbambola nell’osservazione di qualcosa di insolito. Insolito come un omone biondo e barbuto che le parla in una lingua sconosciuta, anche questo per lei è di stimolo: mi sorride, mi guarda, mi tocca, mi annusa. Usa tutti i sensi a disposizione per soddisfare una curiosità innata, la stessa curiosità che la porta a fare fantastiche scoperte ogni giorno, e a imparare.

La maestra Vlora la segue molto da vicino, le fa da insegnante di sostegno quindi svolge con lei tutte le attività in cui gli altri bambini riescono da soli. Lei però si divincola disinibita e sgambetta dietro i suoi compagni, dimostrando anche una buona capacità di stare insieme agli altri, come quando aspetta senza piagnistei il proprio turno sull’altalena in giardino.

 

L'aula che da sul giardino

L’aula che da sul giardino

Solo qualche giorno fa la spingevo mentre si teneva forte sul seggiolino dell’altalena, in uno dei rari momenti soleggiati in questa piovosa primavera kosovara. Il sole, l’altalena e le sue risate hanno rinvigorito il mio ottimismo e buon umore, minacciati dall’influenza di un cielo plumbeo su un animo metereopatico.

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