A Pipa

C’é una cosa che colpisce arrivati a Vila Luizão e che mi porteró sempre nel cuore…É la costellazione diurna di aquiloni che volano nel cielo. A manovrarli decine e decine di bambini (ed ex bambini), che finita la scuola corrono in strada per giocare e sfidarsi in aria.

L’aquilone (A pipa) si costruisce con del filo, della carta velina e la foglia dell’albero di cocco. Anzi con la parte centrale della foglia dell’albero di cocco. Si sfila delicatamente, si annoda una croce e poi si incolla. La colla, non puó mancare la colla, mi raccomando altrimenti come lo fissi? e poi, beh non si puó fare, ma ci si puó incollare anche dei pezzettini di vetro cosi in aria puoi sconfiggere l’avversario. Scusa? perché quel bambino piange? ah nulla, il suo aquilone é finito nei fili della corrente e adesso non puó piú giocare. Oh puxa! guarda com’é in alto quello…ciao tia!

Bambini in attesa di fare la propria pipa

Bambini in attesa di fare la propria pipa

Costruzione della pipa

Costruzione della pipa

Mi sono dunque trovata in strada, guardando questi bambini cosi impegnati nel costruire i propri aquiloni, corredo tra le strade distrutte di una periferia e riuscendo a farli volare piú in alto delle nuvole, dinicolandosi tra enormi quantitá di fili dell’eletticitá.

Oggi, che manca cosi poco al mio ritorno in Italia, mi chiedo quanti aquiloni vedró in cielo, quanti bambini vedró cosi impegnati nel costruirsi i propri giochi. Viviamo in un paese del cosidetto primo mondo dove il vivere la strada, lo stare insieme e la creativitá sono stati sostituiti dall’isolamento, la tecnologia e la casa.

Lascio con una poesia di Ziraldo, scrittore brasiliano.

La storia é del Menino Maluquinho (il bambino pazzerello) che si diverte a costruire il suo aquilone pazzerello che vola nel cielo sfidando gli altri aquiloni. Ed é proprio il menino che lo costruisce come aveva insegnato al suo papá, il papá del suo papá.

 A pipa que
o menino maluquinho soltava
era a mais maluca de todas
rabeava lá no céu
rodopiava adoidado
caía de ponta-cabeça
dava tranco e cabeçada
e sua linha cortava
mais que o afiado cerol.
(ele não usava cerol, sabia que era perigoso!)
E a pipa quem fazia
era mesmo o menininho
pois ele havia aprendido
a amarrar linha e taquara
a colar papel de seda
e fazer com polvilho
o grude para colar
a pipa triangular
como o papai
lhe ensinara,
do jeito que havia
aprendido com o pai
e o pai do pai
do papai.

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