Inti, Chaulla y Mayu

Il Peru’, come purtroppo ancora molti Paesi, e’ fortemente machista e quindi vedere tutti gli uomini della familia ai fornelli ognuno col suo compito, mi ha lasciato di stucco, ma facciamo un passo indietro.

Mi trovo a Lircay un pueblito tra le ande centrali ,situato a meta’ strada tra Huancavelica e Ayacucho, in uno di quei posti in cui il tempo sembra essersi fermato. Non sono qui per caso, ma per accompagnare  Luis, un ragazzo che viveva con noi a Niños del rio, per andaré a riabbracciare la sua familia dopo mesi in cui l’unico contatto erano le fugaci chiamate telefoniche.

Nel preciso istante in cui sono sceso dal taxi, dove eravamo stipati in 9 più i vari zaini e buste e dove per di più io  dormivo sulla spalla del chofer, oltre a baciare terra la prima cosa che ho commentato a Luis è stata, “questo e’ il vero Peru’”, quello che uno si immagina prima di partire. I colori delle mante delle donne,la pelle bruciata dal sole, i cappelli, i mercati sparsi in ogni angolo della città da cui fuoriescono un’infinità di odori differenti, i lama che camminano indisturbati per le vie, un vendidore per strada che publicizza il suo prodotto infallibile contro i calcoli renali in quechua, i bambini che giocano a quei giochi semplici di una volta tranquilamente tra le strade lastricate.

In questo piccolo paradiso io ero l’unico straniero e come tale ero l’ospite d’onore. Quindi ci armiamo di una rete e ci incamminiamo con tutti gli uomini della familia a guadagnarci il pranzo. Siamo io, Luis, suo padre e un’interminabile schiera di zii, sembra che qui siano tutti parenti. Al ritorno il bottino è di una ventina di trote, non male, e qui la sorpresa, uno zio prepara il riso, un’altro pulisce le trote, un’altro le inizia a cuocere ma non voglio anticiparvi la ricetta, vi dico solo che in tutto questo io ero solo uno spettatore, non potevo fare niente di più che stare seduto sull’unica sedia e cercare di imparare un pò di quechua dalle lezioni che mi impartiva lo zio.

La ricetta che vi presento quindi sara’ a base di trote, semplice come il posto in cui mi trovavo, ma ricordo di un momento sereno condito  di tante risate e scherzi.

Trucha frita con riso

Ingredienti:

- 1 tazza e mezza di riso

- 1 tazza di olio

- 4 trote

- 1/8 tazza di farina

- 1/8 tazza  di pan grattato

- 1 cipolla

- 2 pomodori

- 1 cucchiaino di de ajo molido (attenti che pizzica)

-pepe, sale, limone(quelli verdi piccolini), peperoncino, aji no moto e comino.

Preparazione:

Si prepara il riso, non vi spiego come perche’ a breve dovrebbe arrivare una descrizione accurata, si lavano e puliscono le trote che poi verranno infarinate, passate nel pane grattato e condite con pepe e comino; si aspetta che l’olio arrivi a temperatura e poi ci si buttano centro le trote a dorare. Nel frattempo si taglia la cipolla e i pomodori, si condiscono con olio, sale, limone e un pizzico di aji-no-moto. una volta che la trota e’ pronta si serve con riso e l’insalata di cipolla e pomodori, a piacere ci si puo’ spargere sopra un po’ di aji.

PS: avevo tante bellissime foto della famiglia, del pranzo, della festa ma purtroppo la macchinetta fotografica ha deciso di rimanere nel bus!

 

 

 

 

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