Hermosillo…la fine dell’impero!

Hermosillo è una città a nord ovest del Messico spersa in mezzo al deserto, nasce come insediamento dei Pimas (gruppo indigeno) e il suo nome originario è Pitic “luogo dove si congiungono i due fiumi”, attualmente i due fiumi sono secchi e l’acqua arriva da un altra città.

L’aria che si respira qui è quella della classica area vicina alla frontiera con parecchie contaminazioni USA, le strade sono larghissime tutte parallele con delle macchine enormi che spesso sembrano piu dei camion che delle auto. Il sole brucia e nonostante sia inverno te lo senti proprio penetrare nelle ossa e scaldarti l’anima.

La città ha un aspetto genericamente benestante, le case si fermano tutte ad un piano ed i banchetti che vendono tacos, tortillas, quesadillas ecc spuntano qui e là al calar della sera.

Qui la Ford ha creato un mega parco industriale dove produce le sue auto, tutte destinate al mercato USA, con manodopera a basso prezzo dei trabajadores messicani.

Il centro educativo dove lavoriamo io e Claudia, ovvero il Centro Educativo Leonardo Murialdo, si trova in una zona particolare della città, le case sono di cartone e ad ogni angolo ci sono scarpe appese ai fili della luce e strane scritte lungo i muri, classici segni di pandilleros, i cani girano randagi avvolti da mosche e stretti dalla fame.

I bambini con la quale lavoriamo nell’apoyo escolar sono tutti molto vivaci e vitali e difficilmente gestibili, amano il calcio alla follia e giocherebbero all’infinito nonostante qui il calcio non sia molto seguito, purtroppo la squadra della città milita in terza categoria.

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La gente..la gente ha molte facce spesso difficilmente si incontrano con cio che in realtà sono o con cio che vivono, o hanno vissuto.

Sabato sono passato dalle case di alcuni volontari del centro educativo e di alcuni bambini che vedo tutti i giorni ormai da piu di una settimana, ripartendo il cibo in piu che i supermercati ci danno, e con questa scusa ho potuto vedere queste case, entrarci, respirare…VIVERE! Ho sentito qualcosa di potente, essenziale, inerme e divino!

La padrona di casa mi invita a bere una cerveza, il pavimento è puro cemento i muri di cartone, il tetto di lamiera e gli spifferi grandi come una finestra, l’odore è sempre quel solito pungente e acre odore di vita che trasuda da queste pareti fragili ma potenti, volubili ma eterne.

Il cane mi gironzola attorno mezzo malaticcio, i bambini mi abbracciano in quanto ormai siamo amiconi del centro educativo, le chiacchiere volano confuse e inermi come le mosche mentre assaporo l’energia di quello che mi circonda. La padrona di casa si guadagna qualcosa da vivere facendo la pagliaccia alle feste e facendo figure di animali con i palloncini, non contenta di avermi offerto una birra mi regala pure vari palloncini.

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Il sole fuori brucia, usciamo dalla casa con saluti vari e calorosi…un brivido mi percorre la schiena..sento la vita vibrare e una domanda mi fulmina: dov è il senso di tutto questo? Perchè la profondità delle cose ama nascondersi dietro ruvide superfici, ho sentito un amore vero e genuino in questa realtà tanto avversa come difficilmente si puo assaporare nei nostri lussuosi salotti europei: mi volto il cane mi osserva…a volte non servono risposte, esistiamo nella maniera in cui amiamo, questo è il nostro piu grande talento da far fruttare!

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Informazioni su Maicol Zambon

Nato a Verona il 9 novembre 1985, laureato presso la facoltà di Scienze dell'Educazione e della Formazione di Verona; esperto in programmazione, gestione e verifica interventi educativi e formativi, riflessologo plantare, appassionato di naturopatia e nutraceutica. “Perdonate i miei paradossi. Bisogna farne quando si riflette. Ed io preferisco essere un uomo di paradossi, che un uomo di pregiudizi”, Jean Jacques Rousseau

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