A causa di un problema con i tempi a disposizione nella piattaforma del progetto EVS-FOCSIV, Educate Vocational Solidarity, non è stato possibile parlare della foto da me inviata, quindi brevemente descriverò alcuni aspetti della mia esperienza di volontariato.
La foto è stata scattata a novembre dalla profesora y tia al mismo tiempo Janet, nel mio secondo mese di servizio come volontariato ad Arequipa (Perù), presso il Cebe (Centro educativo basico especial) Señor de los Milagros di Mariano Melgar.
Momento speciale per tutta la Caritas nel suo 30’ anniversario, festeggiato al Coliseo de los Niños, di Mariano Melgar dalle istituzioni, dai professori e i volontari, ma soprattutto dai bambini e i ragazzi. Vi hanno partecipato tutte le scuole Caritas di Arequipa, presentando spettacoli teatrali, canti, danze tipiche andine e tutto quello che i bambini e i ragazzi hanno saputo dimostrare in quell’ occasione, “Yo tanbién tengo talento”. Tutti con lo stesso slogan “Capacidad ritmo y talento especial, discapacidad no es incapacidad”, ed eccoci qui, dopo un mese di preparativi, pronti per ballare la danza tipica EL Camile con tanto di traje, vestito tipico peruviano delle Ande. I ragazzi entusiasti e pronti a far valere e mostrare il loro talento e le loro abilità preziose, ed io a coordinare questa danza a me sconosciuta, proprio come la società e cultura Arequipena, Peruana, che è diventata, ora, fonte di sapere e parte della mia cultura.
Complessivamente sono stati 8 i miei mesi di permanenza ad Arequipa , tempo prezioso in cui ho imparato davvero tanto, uno scambio reciproco di saperi, realtà ed emozioni che non hanno fatto altro che accrescere il mio bagaglio culturale; il modo di guardare le cose, soprattutto le piccole cose, un semplice sguardo, una semplice stretta di mano, un sorriso, un abbraccio sono riusciti a cambiare, e possono ancora farlo, il giorno, il mese, la vita di altre persone.
Ho lavorato con ragazzi discapacidados y multidiscapacidados, che oltre ad avere abilità differenti, problemi fisici o mentali, vivono in condizioni di disagio sociale, economico e culturale, famiglie che vivono in periferia di Arequipa, lontani dal centro capitaslista e quasi del tutto occidentalizzato della città. E’ stato fondamentale per me entrare a fare parte di queste comunità e condividerer tutto con loro, stando insieme, spesse volte, 24 ore su 24.
Per quanto mi riguarda è stata un’esperienza unica, fondamentale per il mio percorso formativo, ma soprattutto per il mio modo di vedere e vivere la vita.
Cosa mi sono portato dietro? Un cuore grande, sempre più grande, una ricchezza, emozioni intense, emozioni da compartir (condividere) ora con tutte le persone a me vicine.
So anche che 8 mesi a disposizione è un periodo di tempo non sufficiente per capire realmente tutto questo mondo ricco e vario, ma di certo è riuscito a cambiare in me la visione delle cose vissute, a cogliere consapevolmente la loro esistenza e a comprendere l’importanza in quel contesto del mio agire. Ed è con queste parole che mi sento di concludere le mie riflessioni:
“Cambia lo superficial
cambia también lo profundo
cambia el modo de pensar
cambia todo en este mundo
Todo cambia
Lo que cambió ayer
tendrá que cambiar mañana
así como cambio yo
en esta tierra lejana”
Merecedes Sosa