Riflessioni da OXXO

L’ OXXO è una specie di supermarket che si trova ad ogni angolo di Hermosillo e dicendo ogni angolo intendo proprio OGNI angolo. Le particolarità di questo supermarket che lo rendono unico ed adatto alle mie riflessioni sono fondamentalmente due: bicchieroni di caffè economico e dei posti a sedere con vetrate che danno sulla strada.

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Di tanto in tanto quando ho voglia di “ritrovarmi”, riflettere o osservare semplicemente la vita degli altri scorrere, mi rifugio in un OXXO con il mio “cafè moka” da 16 pesos.

Oggi è una giornata fredda, il sole è sempre stato coperto da immensi nuvoloni che danno ancora più profondità e senso di infinito a questo cielo senza tempo.

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I dolori alle cervicali mi attanagliano collo e testa, quella sensazione di fastidio, nervosismo e pesantezza che sembra essersi appollaiata lì senza speranza di sollievo. Davanti a me scorrono vite frenetiche con l’ansia di arrivare a casa o chissà dove, oggi è venerdì ed è quasi l’ora di cena. Le cervicali non mollano, non mi danno tregua, il mio corpo mi sta dicendo che questa settimana ho corso troppo e che il riempirmi di impegni lavorativi anche per il sabato e la domenica di certo non è stata una buona scelta.

I pensieri che mi attanagliano però sono altri…negli ultimi giorni sono accaduti due fatti rilevanti: ho tenuto un corso di cucina su come fare la pizza all’italiana per le mamme che lavorano al comedor ed ho fatto un intervento durante la riunione dei genitori con tema psicopedagogico.

Il corso di cucina che mi aveva tanto entusiasmato finisce tristemente, non appena le pizze sono pronte, le mamme le nascondono e se le portano a casa senza condividere né con i bimbi (ansiosi di assaggiarle), né con i maestri e addetti della direzione (che hanno pagato le materie prime). La cosa che più mi ha turbato è stata la maniera con cui questa cosa si è svolta, ovvero come se fosse loro tutto dovuto e senza alcuna remora.

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Inizialmente mi sono spiegato la cosa come un forte bisogno di cibo da portare a casa, ma pensandoci bene e focalizzando la situazione mi è sembrato più uno strisciante rubare egoista!

Da qui la domanda: è nato prima l’altruismo o il benessere?

Sinceramente non sono riuscito a rispondermi, la domanda continua a rimbalzarmi in testa un pò come la famosa questione: è nato prima l’uovo o la gallina?

Forse sarebbe meglio vedere la cosa come: è nato prima l’egoismo o la proprietà privata?

Forse sono nate nello stesso momento!

Forse la questione qui è tutt’altra cosa, la gente ragiona con altre ottiche antropologicamente lontane dal mio modo di intendere la realtà, C-KAN, noto rapper messicano, mi risponde dal fondo della strada:

Somos de barrio, tu no viste lo que yo, no viviste como yo, no creciste donde yo, soy de barrio, tu no fuiste lo que yo, no aprendiste como yo, no vienes de donde yo, soy de barrio, diario, caen los contrarios, sirenas cantan en el vecindario, aquí la muerte visita sin horario, varios, somos de barrio.”

Con questi pensieri all’indomani mi appresto ad affrontare i genitori con il mio intervento, per nulla leggero, dal titolo “Hijos-Espejos”.

Grazie alla mia attività con genitori e ragazzi di appoggio psico-educativo ho notato come molte madri e padri si lamentino di “problemi” dei propri figli che loro stessi per primi hanno. Dopo varie ricerche ed approfondimenti ho deciso di fare questo intervento rivolto soprattutto a far capire ai genitori la necessità di autocriticarsi, riflettere su se stessi e leggere i figli come specchi di ciò che accade all’interno del nucleo familiare.

L’intervento è piaciuto!

Ho di cui essere felice, ma un nodo mi attanaglia la gola, avrà un senso tutto questo?Continuare ad insistere con i ragazzi che ce la possono fare, che devono sforzarsi, che devono apprendere e poi? Arrivano a casa e cosa trovano? Rassegnazione, genitori senza motivazione, spenti, che come “rateros” si intascano il cibo di soppiatto, che rinnegano la propria cultura per la prima stella e striscia di passaggio.

Il caffè dell’OXXO è ancora tiepido ed è giunta l’ora di staccare la spina.

“Alcuni cambiamenti sono così lenti che non te ne accorgi, altri sono così veloci che non si accorgono di te”
Ashleigh Brilliant

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Informazioni su Maicol Zambon

Nato a Verona il 9 novembre 1985, laureato presso la facoltà di Scienze dell'Educazione e della Formazione di Verona; esperto in programmazione, gestione e verifica interventi educativi e formativi, riflessologo plantare, appassionato di naturopatia e nutraceutica. “Perdonate i miei paradossi. Bisogna farne quando si riflette. Ed io preferisco essere un uomo di paradossi, che un uomo di pregiudizi”, Jean Jacques Rousseau

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