Aspettando Kasonga…

Tshimbulu, e tutto il Kasai Occidentale, è in allerta, agitato, messo in crisi dal Gigante. Kasonga sta girando per i villaggi con la missione di riportare l’ordine nelle vite spirituali degli abitanti. Il suo di ordine. Il compito per tutti è chiaro: liberarsi dei feticci, tre mesi di tempo per farlo. E come? Facile, una zanzariera deve essere messa laddove tutti la possano raggiungere (e vedere), una zanzariera per contenere malefici e maledizioni, una zanzariera che ci liberi dal male. Nonostante l’obbligo valga per tutti i tipi di sortilegi, hanno la priorità quelli che hanno richiesto l’uso di sangue o di qualsiasi elemento appartenuto ad esseri viventi. Disperazione per le varie squadre di calcio che vedono così dimezzata la loro forza, impensabile proteggere la porta con il solo uso delle capacità dei giocatori. Gioia di chi in materia di magia non è troppo esperto, come la scuola di Bandulukayi che ha subito l’ultima sconfitta grazie ad un potente incantesimo che ha reso cieco per un attimo il portiere (rivelatosi poi essere fatato peperoncino appllicato con demoniaca cura sui guanti del giocatore). Sollievo invece per chi sa di avere la coscienza sporca, per un pò potrà dormire sonni tranquilli senza doversi preoccupare di fulmini o serpenti che vanno a rivendicare il maltolto. Rimangono dei conti in sospeso, delle vendette a metà, purtroppo alcune morti, e di conseguenza fantasmi, senza pace. L’ultima vicenda del villaggio non ha ancora compiuto il suo ciclo. Tutto è cominciato con un marito infedele, la cui moglie si è rivolta allo stregone che ha causato il decesso della rivale. La famiglia, addolorata e arrabbiata, ha ricambiato con la stessa moneta maledicendo la donna, morta qualche giorno dopo in cinta di otto mesi. Un feticcio potente quello che si porta via mamma e figlio così…ma unica spiegazione possibile a due morti altrimenti inspiegabili. Vivendo molto vicine all’ospedale abbiamo visto le donne furenti andare a cercare il marito che per ora non ha subito però nessuna contro offensiva. Che ringrazi Kasonga.
Verrà di persona a tempo scaduto a bruciare i vari oggetti e con lui sarà il giorno del giudizio. Coloro i quali non hanno seguito i suoi precetti rischiano la morte, non si scherza con il Gigante. Che poi tale è solo di nome, si è meritato l’appellativo per la sua immensa potenza. Ad oggi ci è ancora ignoto da dove venga, chi sia, che farà dopo quest’impresa e soprattutto perchè ha deciso di farsi paladino di un mondo senza feticci. O meglio, senza quelli degli altri. Per rendere le cose un pò più difficili, la salvezza infatti non si guadagna facilmente, ogni tanto aggiunge qualche clausola, qualche obbligo da rispettare.

Tralasciando che non si capisce come facciano i precetti a raggiungere tutti, vista la totale mancanza di mezzi di comunicazione, per ora sappiamo che è anche vietato mangiare una volta calato il buio e che ogni tanto ci sono delle interdizioni momentanee. Domenica non si poteva toccare la terra con le mani, attimi di panico da parte nostra che avevamo previsto attività con l’argilla per il lunedì e che avevamo quindi bisogno di qualche volontario che andasse a recuperarla in riva al fiume (noi impossibilitate a farlo perchè a Mbuji Mayi, ma questa è un’altra storia).
La zanzariera di Tshimbulu si riempie di giorno in giorno, chi ridendo, chi seriamente, tutti prendono in considerazione l’opzione. E a noi restano tante domande. Possibile che tutti abbiano in casa qualche magia fatta con l’uso di sangue? Contro cosa si proteggono? Riusciremo ad avere un incontro con il gigante? Parlerà anche francese?

Ma soprattutto…sarà vero che in quanto bianche siamo automaticamente immuni a tutta questa storia? …noi verso le sette abbiamo fame, se puoi perdonaci Kasonga!

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Informazioni su MONAUNI Maria

Nata a Trento 26 anni fa, ho deciso di diventare da grande "quella che va in giro a vedere che succede nel mondo". Non senza aver prima preso una laurea in comunicazione (Università di Padova). I giri per l'Europa hanno soddisfatto per un pò la mia curiosità, e mi hanno permesso di sperimentare le mie conoscenze linguistiche, oltre che spinta a volere di più. Come un anno in India con il servizio civile per esempio! Ora me ne sto a Tshimbulu da settembre, un ridente villaggio africano dalle mille sorprese. Casa ormai, almeno fino ad aprile.

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