Riso bianco con formaggio (e olio di palma)

A Tshimbulu, RD Congo, si può rivelare fin troppo difficile trovare una ricetta da acquolina in bocca. Il fatto è che qui non c’è una grande varietà di cibo da poter scegliere, e il piatto tipico per eccellenza (nonché l’unico per la maggior parte della popolazione) è la “buille” che non ha nulla a che fare con il riso.

Ecco dunque quella che si è rivelata essere la ricetta ideale in momenti in cui non si ha voglia di mettersi ad impastare seriamente:

-          Setacciare accuratamente il riso nel tentativo, molto spesso inutile, di togliere tutti quei simpaticissimi insettini neri che l’hanno fatto diventare il loro vitto e alloggio.

-          Accendere il fornello a petrolio, con relativo pericolo di far saltare tutto in aria,di bruciarsi una mano o di rovesciarne il contenuto (poco commestibile) nei casi più fortunati, ed apporvi pentolino pieno d’acqua.

-          Nell’attesa che  venga il momento di aggiungere del sale grosso, tagliare a pezzettini piccoli, quanto basta,  il formaggio,se disponibile. Testimonianze dirette riferiscono infatti la possibilità di dover fare a meno di questo ingrediente nel caso in cui a Goma ci sia la guerra. Consigliamo dunque chi mai dovesse venire fin qui, di assicurarsene una scorta consistente da mettere in valigia.

-          Al momento dell’ebolizzione aggiungere il sale e poi il riso. Il momento è delicato, assicuratevi che l’equilibrio del pentolino non ne risenta.

-          Controllate la cottura del riso che può metterci dai dieci ai venticinque minuti a seconda di quanto tempo sia stato esposto alla temperatura congolese. Quando vi sembra pronto, scolatelo, rimettendolo poi  nel suddetto pentolino. Altro momento cruciale, la seguente successione di movimenti deve essere fatta in rapidità per sfruttare il calore preesistente nella pentola, in quanto la piastra si può accendere solo in caso di sole (l’energia dipende dai pannelli solari), e non è il caso di sprecare troppo petrolio. In velocità quindi aggiungere un filo di olio di palma, il formaggio, e mescolare con dovuta accuratezza l”impasto”.

-          Nel malaugurato caso in cui il riso si appiccichi, aggiungere ancora un po’ d’olio. Sconsigliamo però di abusare della sostanza perché probabilmente tossica e non di certo assimilabile all’adorato olio d’oliva.

-          Disporre il riso cosiffatto sui piatti e prepararsi al lauto pranzetto.

-          Ricordarsi di coprire il residuo con un coperchio, onde evitare i numerevoli suicidi di “blatte” più  o meno grandi  inevitabilmente attirate da qualsiasi cosa commestibile. E non.

Sperando di avervi invogliati a provare anche voi a casa, vi consigliamo poi di accompagnare la portata con frutta a volontà. Se il riso può non essere una meraviglia, nel qual caso siete voi ad aver sbagliato qualche passaggio ovviamente, ci si può decisamente rifare con tutte le bontà culinarie che offre la natura, tra manghi, avocado, ananas o cocco. In questo caso, però, quello che l’Africa offre non è paragonabile con nulla che si possa trovare nel più fornito negozio europeo. Spiacenti.

Antonietta Servedio, Maria Monauni

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