Volteando…

articolo-focsivLima spesso urla e poche volte tace. Seduce pur non essendo bella. Balla e t’invita a farlo. Si contorce e t’avvolge sinuosa. Il suo abbraccio è soffocante. Col fiato corto ti sforzi per mantenerne i ritmi. Arranchi. Non ne sei all’altezza. Azzardi e ne esci sconfitto. Sempre lì, un passo indietro.

Cambi strategia. Provi a capirla studiandone i movimenti a tavolino. Nulla da fare, nelle sue notti appiccicose t’arrovelli inutilmente. Hai un solo obiettivo: raggiungerla. Scordatelo! Ti risponde sprezzante.

Troppe le contraddizioni, i misteri, le sfere insondabili…

Cerco un punto di contatto per ripartire. Eccolo: la frenesia. Qualcosa che condivido con Lima c’è.

Sono atterrato in Perù da un tempo sconfinatamente breve.

Impaziente, ho subito scordato le giornate che fino a poco prima scorrevano tranquille. Una quotidianità segnata dal dare e dall’avere. La partita doppia non la potevo ingannare, il pareggio era d’obbligo. Un gioco preciso, a somma zero, con l’unico difetto di non placare l’inquietudine.

E così ci sono cascato di nuovo. Zaino in spalla e via.

Catapultato nell’emisfero in cui si sta testa in giù i primi effetti collaterali sono vertigine, perdita dell’equilibrio e conti che stentano a tornare.

Il dare e l’avere che assumono presto una connotazione inconsueta.

Accomiatandomi; mi si chiedeva perché mai andassi dall’altra parte del mondo. Insegnare? Portare? Dare!

Presentandomi; mi si chiede che mai sono venuto a fare.Imparare? Prendere? Avere!

Tutto ruota. La prospettiva s’è rovesciata dentro ed intorno a me.

Me la cavo replicando con la prima cosa che mi passa per la testa. Risposte ambigue che hanno l’intento di limitare il dialogo ed appagare interlocutore.

Mi spiace. Non ce l’ho una risposta. Non ancora. E’ presto. Troppo presto anche per me che non so aspettare. Regna il caos e solo auspico che sia il tempo a strutturare questo sproloquio. Non mi va che sia la spicciola retorica a venirmi in soccorso. Far fluire ordinatamente parole inutili non è la soluzione; l’ultimo disperato gesto sarà il periodare sincopato.

Rifletto. Condivido. M’appassiono. I pensieri durano un soffio. Dare e avere non sono in antitesi. L’uno ha origine nell’altro. Si completano senza comporsi in parti eguali. Si bilanciano instabilmente. Lottano per farsi spazio, così come fa Lima ogni giorno. Un sole cieco tramonta su una città di volta in volta più grande. Lima consuma ettari e non solo. S’arrampica sui “cerros” che la circondano. Non sa bene dove andare. La guida una mano illusoriamente invisibile. Il fato rimedierà. Chissà!

 

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