In punta di piedi…a cuore aperto!

“Mi piace camminare da solo per i viattoli di campagna, fra piante di riso ed erbe selvatiche, poggiando un piede dopo l’altro con attenzione, consapevole di camminare su questa meravigliosa terra. In quei momenti, l’esistenza è qualcosa di prodigioso e misterioso. Di solito si pensa che sia un miracolo camminare sull’acqua o nell’aria. Io credo invece che il vero miracolo sia poter camminare sulla terra.”

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Ho letto questa frase sull’agenda di una amica, e tralasciando la parte sui
viattoli di campagna e le piante di riso, che non fanno proprio al caso di
Lima, direi che queste poche righe esprimano perfettamente la sensazione che
provo.  Ogni cosa qui assume un significato particolare, e ogni cosa nuova sembra assurda e allo stesso tempo chiara e semplice. Lima è una città che ti colpisce, e soprattutto all’inizio ti confonde. È immensa, caotica, inquinata, e dannatamente rumorosa…ma allo stesso tempo ti cattura e ti affascina, e in poco tempo capisci perché tanta gente che come te è venuta per una breve esperienza, alla fine ha scelto di restare e farla diventare casa propria. Sono partita da Roma con qualche paura, come credo sia normale quando si affronta qualsiasi cambiamento, ma soprattutto con tanta carica e voglia di fare e di scoprire. Ed è proprio quello che stiamo facendo qui. La formazione è stata intensa, ma oltre a chiarirci le idee su tante cose, ci ha dato l’opportunità di creare dei bei rapporti tra di noi.
Siamo partiti come sconosciuti, ma dopo solo due settimane abbiamo iniziato a sentirci una grande famiglia, che condividerà un anno speciale che in qualche modo ci cambierà. Ora ognuno di noi è impegnato nel suo progetto, in differenti scuole, ma con un unico obiettivo: cercare di dare a questi bambini, che per necessità devono in ogni caso lavorare per aiutare la propria famiglia, tutto il supporto e gli strumenti di tutela che meritano e a cui hanno diritto. Ho sempre avuto delle idee piuttosto precise sul lavoro minorile, dettate da una educazione e impostazione “occidentale”, ma la prima cosa che ho capito arrivata qui, è che bisogna entrare in punta di piedi con il cuore aperto e fare tabula rasa di qualsiasi preconcetto, se veramente si vuole essere utili. Questa settimana è iniziata la mia esperienza nella scuola San José Obrero di Villa Maria del Triunfo, una piccola scuola gestita da persone armate di una grande volontà, che da’ tanta speranza per il futuro di bambini che di possibilità ne hanno poche. Qui attraverso i laboratori di panaderia, tarjetas, bisuteria, reciclaje, pan soy e kiosko, i bambini hanno la possibilità di avere dei piccoli prestiti per portare avanti le loro attività in modo sicuro, e per non rimanere esclusi dal sistema educativo.

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Le attività vere e proprie inizieranno a Marzo, con l’inizio dell’anno scolastico visto che qui siamo in piena estate, e per ora ci limitiamo a preparare le attività che porteremo avanti durante l’anno e ad aiutare i responsabili con le immatricolazioni, oltre a rendere la scuola accogliente per l’arrivo dei bambini. Siamo solo all’inizio, ma la sensazione di sentirsi parte di una famiglia con uno scopo ben preciso è impagabile.

 

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Informazioni su Serena Bernardini

Sono nata e cresciuta a Roma, ma ho sviluppato sin da subito un forte interesse per le questioni sociali e tanta passione per i viaggi e la scoperta di tutto ciò che si trova dall'altra parte del "vetro". Ho vissuto per un anno a Madrid, e dopo essermi laureata in cooperazione internazionale e sviluppo alla Sapienza sono partita per uno stage di due mesi in India. Ora sto terminando la specialistica in International Relations, ma la voglia continua di mettermi in gioco mi ha portata qui in Perù, dove ho appena iniziato un'esperienza incredibile che cercherò di condividere il più possibile qui con voi!

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