Il bello (e il brutto) delle Ande

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Il bello delle Ande e’ che, quassu’, le stelle sono piu’ vicine.

Il brutto delle Ande e’ che, quassu’, quando cammini e parli contemporaneamente, ti manca il respiro (maledetto soroche).

Il bello delle Ande e’ che quando ti svegli alle sei per fare il bucato, prima di andare a lavoro, la vista del Lago Sagrado e’ mozzafiato (e non e’ per il soroche).

Il brutto delle Ande e’ che, per quanto tu possa riordinare o pulire un luogo pubblico questo non durera’ piu’ di mezzo minuto.

Il bello delle Ande e’ che quando per l’ennesima volta cerchi di riordinare arriva una splendida uaua di quattro anni che ti aiuta e ti fa sembrare tutto un gioco.

Il brutto delle Ande e’ che una seconda lingua viene insegnata, in maniera alquanto superficiale, solo negli ultimi due anni di secondaria.

Il bello delle Ande e’ che se proponi un laboratorio di inglese, Meliza per dimostrarti il suo interesse, ogni mattina, ti saluta con un fantastico sorriso dicendo “Good morning, profe! “.

Il brutto delle Ande e’ che la maggior parte delle persone sono fredde e diffidenti.

Il bello delle Ande e’ che quando riesci ad inserire in una frase, in manera corretta,  l’unica parola in quechua che conosci, parlando con la caserita del mercato e questa ride, hai raggiunto un grande traguardo.

Il brutto delle Ande e’ che c’e’ un’escursione termica assurda, tra il giorno e la notte, ma anche dal sole all’ombra!

Il bello delle Ande e’ che tutto l’anno hai il viso abbronzato.

Il brutto delle Ande e’ che se non ti metti la protezione in viso, da abbronzata diventi un dalmata.

Il bello delle Ande e’ che quando spieghi che non sei una  gringa ma che stai qui come volontaria la gente ti ringrazia a nome di tutto il Paese, ti sciogli (e non per il sole cocente di mezzogiorno) e ti dimentichi del brutto delle Ande.

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