Se iniziassimo a giocare a fare associazioni di parole, a domenica collegherei il termine chocotejas.
Infatti se penso alla domenica nella mia testa giungono immagini di tavolette di cioccolato e bambini sorridenti con le mani sporche di cocco e manjar…
Ma partiamo dall’inizio: da qualche mese a questa parte, io e la mia compagna d’avventura SVE abbiamo deciso di trasformare, ogni domenica, la nostra casetta in un centro di produzione di chocotejas.
Molti di voi leggendo le mie parole si staranno chiedendo: ma che diamine è questa chocotejas? Domanda giusta e lecita a cui proverò a rispondere nel modo più esaustivo possibile.
La chocotejas è il cioccolatino emblematico del Perù, paragonabile un po’ al nostro Bacio Perugina, può essere elaborato con cioccolato fondente o bianco, ripieno di manjar – crema di latte e zucchero- e ripieno di cocco/uvetta/noci e tutto ciò che la fantasia vi suggerisca.
Quando commentavamo a le persone la nostra nuova idea, tutti, però dico TUTTI, ci rispondevano: Fare la chocotejas è la cosa più semplice al mondo!!!! …e allora, pensavamo noi due, potremmo farcela persino noi!
Quindi sicure e con questa verità assoluta alle spalle, compriamo tutti gli ingredienti e ci mettiamo mano all’opera. Bhe che dire il primo tentativo è stato un vero e proprio disastro…di 18 cioccolatini a noi ne sono usciti ben 3…forti applausi!
Disperazione, tragedia, vocine in testa che ti mormorano “ E’ facilissimo!!!”. Ci guardiamo, ridiamo – come nostro solito - e ci riproviamo di nuovo, non sarà mica il primo tentativo a buttarci giù.
Quindi poco a poco, con tanta pazienza e chiedendo consigli a la nostra esperta in chocotejas Alessia, siamo riuscite ad arrivare a risultati soddisfacenti. Così prese dall’entusiasmo decidiamo di coinvolgere i bimbetti del nostro progetto in questa nuova avventura. In modo da poter poi, con i soldi guadagnati organizzare qualche attività.
All’inizio venivano solo due pinguinotti – chiamati così da noi riferendoci ai pinguini di Madagascar, che sono teneri e coccolosi, ma sotto sotto…- tra cui Carlitos, immancabile ogni domenica, che arriva con quelle giuste 3 ore di anticipo e ci fa compagnia per pranzo, ci fa ascoltare le sue canzoni preferite e chiacchieriamo un po’ fino all’arrivo degli altri.
Quindi al principio 1 -2 bambini erano gestibili, fino a che no si è sparsa la voce e adesso il mistero della domenica è sempre quello: quanti bambini arriveranno? Nessuno sa la risposta potrebbero essere 2-5-12….1000! E quindi ci prepariamo a ogni evenienza.
Come se invece di un post di un progetto di volontariato fossimo in Giallo Zafferano vi spiego il procedimento passo per passo:
1) Sciogliere il cioccolato a bagnomaria: qui i bambini impazzisco, iniziano a sbattere cucchiai, a rompere violentemente il cioccolato con le mani e a creare una specie di maremoto nella bacinella con l’acqua calda…pero c’è’ un PICCOLO dettaglio l’acqua e il cioccolato sono come due linee parallele, non devono incontrarsi mai e poi mai. Rischio, cioccolato inutilizzabile. E’ scontato ovviamente dire che, avendo a che fare con i bambini…bhe queste linee si sono scontrate più di una volta, disperate noi, contenti i bimbi che si ritrovano il cioccolato, ormai inutile per la chocoteja, ma pur sempre cioccolato, per merenda.
2) Riempire gli stampini di cioccolato: qui gli stampini possono variare da fiori, cuori con bottiglie di birra a culle da neonato, che non manchi la fantasia. Noi abbiamo optato per i cuori, con una scritta che dice: “Feliz Dìa”. Siamo delle romantiche in fondo e lo usiamo anche come strategia di marketing…ma ci concentreremo più avanti su questo punto.
Si riempono gli stampini di cioccolato fino a farlo quasi straripare e facendo attenzione che tutto il bordo sia coperto e si aspetta.
3) Svuotare gli stampini: a un certo punto, quando si vede che il cioccolato si sta solidificando un po’ ma non troppo, insomma q.b., si capovolgono gli stampini e fuoriesce tutto il contenuto (noi eseguiamo questo procedimento su di una busta di plastica aperta, ndr: idea di Alessia ovviamente) fino a far rimanere solo un sottile strato di cioccolato. Depositiamo lo stampino in congelatore per qualche minuto. Il cioccolato che rimane sulla busta di plastica, una volta solidificato di scioglie di nuovo a bagnomaria. Non se butta niente.
4) Riempiamo i cioccolatini: tiriamo fuori lo stampino dal frigo e iniziamo con il ripieno, giù di manjar e cocco, noi abbiamo optato per quest’ultimo, molto più economico e abbondante rispetto al resto di prodotti. Ma questo è un segreto tra di noi, non ditelo ai nostri clienti.
5) Copertura di cioccolato: una volta fatto il ripieno si copre lo stampo con un ultimo strato di cioccolato e via di nuovo in congelatore.
6) Capovolgere gli stampini: quando vediamo che il cioccolato è asciutto e lo stampo sembra un po’ cerato è arrivato il MOMENTO DELLA VERITA’, infatti adesso ci troviamo in una situazione delicatissima: si capovolgono gli stampini e colpendo – a volte anche violentemente- scopriamo se i cioccolatini sono venuti bene.
7) Involtura: adesso – se vi è uscito fuori qualche cioccolatino- è il momento di rivestirli con un primo strato di carta bianca e dopodiché di uno di carta colorato con disegni, scritte etc.
E finalmente a degustarla, non si può vendere un prodotto senza averlo provato!
Marketing e strategie di vendita: come vi dicevo all’inizio, l’obiettivo di questa produzione, a parte divertici (e molte volte anche stressarci) con i pinguinotti è quello di vendere il prodotto e racimolare qualche soldo per fare delle attività. Il nostro target sono: tutte le persone che si trovano nella piazza di Sullana. Ci infiliamo le nostre pettorine color giallo catarifrangente e partiamo in massa a vendere.
Se siamo molti ci dividiamo in due squadre e ci sfidiamo per vedere chi finisce per primo. Guardiamo la nostra “vittima” ci avviciniamo, la circondiamo in branco con il viso sorridente e gli occhi da gatto con gli stivali, iniziamo la nostra cantilena: Per piacere ci aiuti a collaborare con i nostri progetti (ONG, Bimbi, Solidarietà etc…) comprando un cioccolatino fatto con le nostre mani, è buonissimo e anche a forma di cuore (vedi punto 2) può regalarlo a la sua mamma/fidazat@/ etc. Normalmente in mezz’ora vendiamo tutto. Come una perfetta squadra di football americano,festeggiamo il nostro successo unendo le mani e gridando: “Ippip urrà Equipo Chocotejas”, baci e abbracci e imbarchiamo i bimbetti nelle mototaxi e torniamo a casa.
Arriviamo, ci sediamo e ci guardiamo intorno: regna il caos, cioccolato-manjar e cocco sparsi per ogni dove, il giorno dopo sappiamo che ci aspetteranno almeno due ore di pulizie e ridendo ci diciamo: ma chi c’è l’ha fatto fa?
E intanto aspettiamo ansiose la prossima domenica e i nostri pinguinotti.