E’ gia’ passato circa un mese da quando, domenica 5 ottobre 2014, in tutto il Perù si è votato per rinnovare i rappresentanti regionali, provinciali e dei vari distritos (i corrispettivi dei nostri municipi nelle metropoli). Direte:”complimenti per il tempismo della scrittura!” e avete ragione, ma come al solito gli eventi corrono molto piu’ veloci di me e di quello che la mia quotidianita’ di full chamba mi consente di fare. Premetto inoltre che per me è risultato impossibile fare un’analisi politica a tutto tondo, sia per mancanza di mezzi che di tempo ma quella che ne segue è una descrizione verosimilmente valida per l’intero Paese, fatte ovviamente le dovute proporzioni tra la capitale e le citta’ di provincia. Vivendo a Lima ma avendo avuto la possibilita’ di viaggiare qua e la’ posso dire infatti di averne viste letteralmente di tutti i colori: più che ad una campagna elettorale mi è sembrato di assistere, ogni giorno, per mesi, ad una specie di carnevale oltre che ad una totale metamorfosi locale e nazionale. Surreale il mix di ingredienti che hanno formato il quadro. Vi chiedo un’immane sforzo di fantasia, lo so, ma se potete, cercate di immaginare giganteschi manifesti che campeggiavano ovunque, disordinatamente: sui tetti delle case, sotto i ponti, sulle rocce dei cerros, sui massi di sentieri remotidove pensi che nemmeno Dio sia mai passato e invece si’, la politica è arrivata. E che dire dei loghi di partito..talmente stilizzati (e se posso permettermi senza sembrare troppo arrogante, aggiungerei “banali”) da sembrare opera di un bambino di prima elementare: qualche esempio? Pentole, anfore, pale, patate,etc etc.! Impossibile inoltre che passassero inosservate o, meglio, inascoltate, le strombazzanti sfilate di mototaxi addobbati di palloncini colorati e altoparlanti con reggeaton a tutto volume; come corollario, ad ogni angolo delle strade, immancabili, le marce dei simpatizzanti con impresso sulle magliette il faccione plastico del loro candidato o addirittura sostenitori che, con totale nonchalance, andavano in giro a distribuire volantini con la gigantografia di cartone del proprio político di fiducia attaccata dietro la schiena!
Ma non è finita qui…vogliamo parlare dei comizi in discoteca? O dei palchi con starlette locali piazzati nel bel mezzo di avenidas in modo dabloccare completamente il gia’ impraticabile traffico limeño? Senza considerare che tutti i muri, per le strade ma soprattutto delle case, sono improvvisamente diventatidelle tavolozze politicizzate con tanto di slogan e simboli dipinti sopra…della serie viva la segretezza del voto! Tra l’altro, stando ai commenti della gente (passare molto tempo in combi, a volte, ha i suoi lati positivi…si imparano molte cose!) pare che la ricompensa per mettere a disposizione il proprio muro di casa oscilli tra i 50 e i 100 soles (approssimativamente tra i nostri 15 e 30 euro)…insomma nessuno va troppo per il sottile di fronte ai soldi, si sa! Ah dimenticavo, la maggior parte dei manifesti ritraevano i candidati in abiti e posture alquanto poco formali diciamo: del resto perchè un medico candidato dovrebbe indossare giacca e cravatta quando può indossare il camice con uno stetoscopio al collo? Logico, no? Idem ovviamente per l’operaio che si presenta con l’elmetto da cantiere in testa! Sfido chiunque a immaginare una trovata elettorale più significativa e immediata di questa! Un’altra peculiarita’ sta nel fatto che i vari candidati apparivano in coppia: normalmente il binomio era candidato distrital – candidato provincial (ovvero candidato sindaco di Lima)…un appoggiarsi a vicenda, nel senso letterale del termine, cosa avevate capito? I candidati compaiono abbracciati l’uno all’altro! E poi c’è anche quello che non ci mette la faccia…ma preferisce una sagoma nera!
Inoltre ho scoperto che quella dei listini bloccati non è una peculiarita’ tutta nostrana, bensi’ una pratica consueta anche qui in Perù: mi chiedevo infatti perchè vedevo solo candidati sindaci o governatori regionali ma mai consiglieri e la risposta è presto arrivata. La cosa che però più di tutte mi ha stupito è stata la notevole presenza femminale riscontrata nella sfida elettorale considerando il machismo di cui è impregnata la societa’ peruana. Secondo me, tre in particolare le donne meritevoli di nota anche se per motivi diversi: la prima, tale Juany Pinedo, candidata nel distrito di Surco (dove io vivo) che – oserei direi in maniera geniale – ha preso spunto dal nome del gruppo musicale più famoso del Perù, Corazón Serrano, per creare il suo movimento… dalla fusione è nato Corazón Surcano; la seconda, Keiko Fujimori, figlia dell’ex presidente Alberto, la quale, visti gli scheletri, nemmeno più tanto nell’armadio, del padre attualmente in carcere, non è mai comparsa sui manifesti con il suo nome completo bensi’ solo con una simbolica K; ultima ma non ultima, l’attuale (ormai non più) alcaldesa di Lima che pur essendo una persona dalla specchiata moralita’ e con un curriculum vitae tutto dedito alla difesa dei diritti umani, ha perso la competizione con una quantita’ di voti davvero ridicola contro un certo Luis Castaneda, un politico navigato risaputamente corrotto. Quest’ultimo episodio mi ha ricordato quanto ogni mondo è paese, in bene e in male, e parlare con quelli che erano i potenziali elettori medi (molto poco informati, tra l’altro) non ha fatto altro che confermarmelo: in politica non importa quanto tu sia una persona per bene, quello che interessa è che tu faccia cose popolari, anche se questo significa non avere scrupoli e commettere reati. Che poi, si sa, la politica quando vuole fa miracoli (di solito questa sua attitudine si esterna sempre e solo in prossimita’ delle elezioni, chissa’ perche’!): nel giro di poche settimane sono improvissamente comparse strisce pedonali, semafori, aiuole fiorite, controlli stradali con tanto di obbligo per le combi di fermarsi solo nelle fermate autorizzate (penserete che questo dovrebbe essere ovvio ma in Perù non lo è affatto) e dulcis in fundo la riforma del trasporto pubblico con la creazione di un “corridoio” preferenziale per un bus di linea che taglia Lima da nord a sud sbaragliando di fatto il sistema privato e atomizzato delle combi.
Potrei andare avanti all’infinito, ma questo articolo sta diventando chilometrico quindi concluderei con un augurio: auguro a qualsiasi studente o appasionato di politica di assistere, una volta nella vita, ad una campagna elettorale peruviana.