Scorci di vita quotidiana al Margherita Kids – CIPOF

Sono ormai passati tre mesi dal nostro arrivo in Kosovo. Sembra così lontana la sera in cui io e Virginia abbiamo messo per la prima volta piede in terra balcanica, eppure tutto sembra ancora così nuovo e da esplorare. Prima di fare domanda per lo SVE non sapevamo esattamente cosa aspettarci dal Kosovo, ricordavamo la Jugoslavia con Tito e successivamente Milosevic, le guerre e la questione ancora irrisolta con la Serbia, l’uranio impoverito… Non parliamo di un Paese lontano, il Kosovo è un nostro vicino di casa eppure prima di intraprendere questa nuova avventura, al momento dei saluti, qualcuno ci chiede se ci sia ancora la guerra!

È sera quando mettiamo piede in Kosovo, è Danila a venirci a prendere in aeroporto, il nostro mentore. Quello che ci accoglie è un odore intenso di carbone, la fabbrica alle porte di Pristhina ci dà il suo saluto. Fuori è buio, in Kosovo è raro trovare illuminazione pubblica. Dalla macchina sembra di essere immersi in un paesaggio natalizio, si vedono solo le lucine fioche delle case e tutto è ancora ricoperto da  un leggero manto di neve. Ancora non sappiamo che qualche giorno più tardi ripercorrendo la stessa strada avremmo trovato tutto un altro paesaggio, case ancora in costruzione, case abbandonate, macerie, baracche, cumuli di rifiuti agli angoli delle strade, rifiuti nei giardini delle case, rifiuti nel letto del fiume… Ma questa è un’altra storia.

Inaugurimi i Cerdhes Margherita Kids - CIPOF - Zllakuqan 21.9.12 013

Il giorno dopo iniziamo la settimana di formazione e la full immersion nella storia e cultura del luogo. Conosciamo il Margherita Kids, l’asilo in cui passeremo le nostre giornate. Il centro ospita una ventina di bambini tra i 2 ed i 6 anni. La prima volta che siamo entrate siamo state catapultate in un altro mondo: il pavimento ricoperto di moquet colorata, peluche, mini sedie accostate ad ancor più mini tavoli, svariati giochi e disegni appesi alle pareti. Le preoccupazioni, lo stress, la malinconia accumulata nel sentire le storie di guerra che hanno caratterizzato il Paese fino ad appena quattordici anni fa scompaiono, tutto va via, si respira un’aria diversa. Vieni subito accolto dalle risa dei bambini e dalla loro incontenibile gioia. Sono curiosi, ci chiedono come ci chiamiamo, da dove veniamo e se resteremo a giocare con loro. Qualcuno di loro parla italiano con gli altri non c’è bisogno della parola, riusciamo comunque a comunicare.

DSCF0916La loro giornata inizia alle 8, passa lo scuolabus a prenderli. Tra le 8.30 e le 9.00 la scuola si riempie, quei mini tavoli sono subito occupati e tutti insieme fanno colazione. Senza nemmeno accorgersene arriva il momento della favola. I bimbi si riuniscono in cerchio e ascoltano con genuina curiosità il racconto che la maestra Rema ha preparato per il giorno. Una volta terminata la favola si fanno dei laboratori: si disegna il protagonista della storia, si creano degli oggetti con la pasta di sale, materiale di riciclo o con la carta, si fanno delle attività motorie. IMG_1043Sono così arrivate le 12, è pronta la pappa! Un’orda di “animaletti” affamati si dirige in bagno a lavarsi le mani per poi fiondarsi sul piatto ancora fumante. È la cuoca Kimete a preparare quotidianamente i pasti per i bimbi (e spesso ci fermiamo anche noi a gustare le sue deliziose prelibatezze). Subito dopo i bimbi più grandi, iniziano le lezioni del prescolare, con la maestra Merita, mentre i più piccoli fanno il risposino. Al loro risveglio ancora tanti giochi, liberi e organizzati in attesa del rientro a casa, previsto per le 16.00. A completare lo staff c’è Vlora una ragazza giovanissima che si occupa di una bambina con problemi di apprendimento e Mevlude la direttrice di CIPOF.

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