La dirompente importanza del fútbol

Dopo il primo mese di soggiorno in Messico e di lavoro negli uffici del Leonardo Murialdo I.A.P. la principale certezza che  ho maturato è una sola: il calcio è la vera, unica, dirompente passione del messicano. Il nostro lavoro, che al momento consiste nella elaborazione di uno studio socio-economico da sottoporre alle famiglie dei bambini e dei ragazzi che frequentano il centro, è infatti costantemente ed inevitabilmente scandito da intervalli di acceso opinionismo sportivo.

In questo periodo sta volgendo a conclusione la Clausura della Liga MX, la Serie A messicana, e la città intera è in fibrillazione. Il fatto che le partite si svolgano in doppio turno (andata e ritorno), in una fase di eliminazione diretta e molto ravvicinate fra loro fa sì che ci siano continuamente partite di cui esultare , di cui lamentarsi o solo da commentare.

La settimana scorsa si è giocato il quarto di finale più sentito in città: Pumas contro América. I Pumas sono la squadra dell’UNAM (Universidad Nacional Autónoma de México) e di conseguenza entrano direttamente nel cuore di ogni studente ed ex studente della più grande e prestigiosa Università latinoamericana (la cui retta annuale corrisponde  alla cifra simbolica di un peso). Questa è di gran lunga la squadra più tifata sul nostro luogo di lavoro e spicca fra i suoi supporter Alfonso, il nostro mentore che non si fa mai mancare una maglietta, una tuta, un cappello o un gadget della sua squadra del cuore.

Il Club América (anche detto las aguilas) è la squadra più tifata e blasonata della capitale. Storicamente, la loro tifoseria è di ceto medio-basso e vede nel loro peggior avversario proprio quegli “intellettuali arroganti” dell’UNAM. La squadra (che gioca nello storico stadio Azteca) è  di proprietà di Televisa, uno dei principali gruppi imprenditoriali del paese, e per questo si è valsa le antipatie di chi la accomuna ai “poteri forti” messicani. La rappresentativa delle aquile, in ufficio, è composta quasi esclusivamente da Alejandro, il fundraiser.

La partita di andata del clásico per eccellenza si è giocata nello stadio universitario e quel giorno le attività d’ufficio del CEPTRA (Centro Educativo y Prepararción al TRAbajo) sono state di fatto sospese per evidente e manifesta tensione sportiva. Alfonso, in completo oro-blu (i poco discreti colori dei Pumas) girava nervosamente per gli uffici cercando di reperire i biglietti per portare con sé alla partita più colleghi possibile più qualche ragazzo che frequenta il centro educativo. Anche Jorge, il maestro di musica e solitamente distaccato dal calcio, è stato alla fine convinto dai suoi alunni a portarli allo stadio.

I Pumas hanno perso, sia all’andata che al ritorno, rimanendo fuori dai giochi per il titolo e lasciando negli uffici del CEPTRA una tacita delusione che ha eliminato il fútbol dai principali argomenti di conversazione per i giorni seguenti. Solo Alejandro se la rideva tra sé e sé, senza però voler infierire sul già basso morale dei colleghi. Fortuna che a passare il turno ci ha pensato il Cruz Azul, la terza squadra della capitale e seconda nel cuore di Alfonso. Ora tutti o quasi sperano in una finale Cruz Azul-América, così da vendicare i Pumas e nel contempo mantenere il titolo nel Distrito Federal.

Da parte mia sto ancora cercando di capire da quale parte schierarmi così da poter partecipare attivamente alle accese discussioni calcistiche. Ma tanto fra poche settimane la Liga MX avrà il suo campione e la situazione dovrebbe tornare alla normalità. Forse.

P.S. per farsi un’idea di dove arriva il tifo calcistico messicano si può leggere l’ultimo comunicato del subcomandante Marcos, portavoce dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale e tifoso, oltre che dei Jaguares del Chiapas, dell’Inter di Milano.

Si eres italiano y hablas de fútbol, ya tienes el mexicano en el bolsillo       (un taxista)  

 trad: “se sei italiano e parli di calcio, hai già il messicano in tasca”

 

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