Vivere nel “corazón de la peruanidad”

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Quando, una volta arrivati a Chiclayo, si decide di svoltare a destra, si raggiunge (dopo 5 ore di viaggio) la vallata del rio Marañon, si raggiunge la selva, il caldo, le verdi foreste piene di flora e di fauna, e si raggiunge Jaén. Jaén è una cittadina di 50000 abitanti, o almeno, tra tutte le cifre proposte è quella che è stata ripetuta il maggior numero di volte, e fa parte della regione di Cajamarca.
Jaén vive soprattutto di attività del settore primario, oltre alla raccolta della frutta del luogo vi è una forte produzione di caffè e lo si avverte aprendo le narici, appena la stagione delle piogge ha termine. Tutti gli spazi liberi vengono sfruttati per la seccatura del caffè, il quale rilascia un odore molto piacevole.

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Oltre questo di Jaén non c’è molto da scoprire, la vita scorre tranquilla, poche macchine ( a dire la verità sono sostituite da moltissimi mototaxi), pochi luoghi di ricreazione e nessun cinema o teatro.
La sera si ha la possibilità di spendere il tempo nei molti bar, o meglio bettole, della città, i quali servono ai clienti unicamente birra in bottiglia, che bisogna bere alla peruviana, ovvero compartendo il bicchiere con gli amici del tavolo. Bisogna però fare molta attenzione in che quartiere si finisce; alcuni quartieri come il “pakistano” diventano molto pericolosi di notte e la cronaca nera del giornale locale riporta ogni giorno la notizia di un decesso o di un furto. Nel fine settimana invece si ha la possibilità di conoscere i paesini e i luoghi naturali all’intorno di Jaén, come la riserva naturale “Gotas de Agua” , il “Bosque de Humantanga” oppure conoscere Bellavista e il fiume Marañon. Oppure si può passare la serata in una delle innumerevoli discoteche che Jaén offre, l’unica nota stonata è la qualità dei temi musicali : cumbia classica alternata da tecno-cumbia. Un salto in queste discoteche ne vale la pena.
Quando per la prima volta si arriva a Jaén ci si chiede dove si è finiti, è vero, ma con il tempo ci si abitua alla vita che batte a ritmi lenti; ma ad andare via si lascia sicuramente un pezzo di cuore nel “corazon de la peruanidad”

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