Spero perdonerete la mancanza di tempestività ed immediatezza, ma ci tengo lo stesso a raccontarvi un evento speciale che risale a un paio di settimane fa. E’ che il tempo vola alla velocità della luce e l’intensità delle giornate mette a dura prova la mia capacità di concentrarmi per scrivere. Ci provo.
Giovedì 29 maggio: come ogni mattina, da circa cinque mesi a questa parte, mi sto recando a scuola, nel districto di Villa Maria di Triunfo, a un’ora di strada da casa. Durante il tragitto un andirivieni di pensieri mi affollano la mente, come se lo sguardo al di fuori del finestrino e il caos del traffico limeño si riflettessero nella mia testa. Al di sotto di un cielo costantemente grigio, brulicano milioni di vite e di volti che danno colore ad una realtà difficile, ma sempre in movimento. Venditori ambulanti ad ogni angolo delle strade, clacson che suonano in continuazione, cobradores che gridano sporgendosi freneticamente dalle combi: ecco a voi il panorama che fa da sfondo alla mia quotidianeità.
A Nueva Esperanza, in cima al cerro, lì dove nebbia e fango la fanno da padrona, mi aspettano i “miei” quattrocento niños e le mie consuete dieci ore di trabajo, tra lezioni e talleres, una robetta da poco…ma ormai è routine e – si sa – alla routine ci si abitua facilmente.
Anzi niente sembra più spaventarmi: non c’è acqua? Manca la luce? Non abbiamo tutto il necessario per il taller? No problem: quanto più (apparentemente) insormontabili le difficoltà tanto più incredibili le soluzioni che escono fuori. L’accoglienza però, c’è da ammetterlo, è sempre estremamente affettuosa…non faccio in tempo a mettere piede a scuola che una folla confusa di voci mi raggiunge: “miiiiiiiisssssss, miss Elita, profesora de inglés, señorita”…e giù di baci e strette al collo.
Ma oggi non è un giorno come tutti gli altri: scesa dal carro vengo letteralmente assaltata da “un’orda” di piccole pesti che fanno a gara per “felicitarmi”: è il mio compleanno. Non ci avrei scommesso: qualche giorno prima, per metterli alla prova e sfidare la loro memoria, avevo detto loro che di lì a poco avrei compiuto gli anni, ma per ragazzi che – ahimè – molto spesso non sanno nemmeno i giorni della settimana nè conoscono la loro fecha de nacimiento, ricordarsi una data è una sorta di “mission impossible.” E invece quando meno te l’aspetti le cose vanno diversamente e i bambini non vengono meno alla loro specialità: stupirti! Al solcare la soglia delle varie aule, come piccoli scoiattoli, sono corsi a sussurrare qualcosa all’orecchio della maestra…era per avvisarla del mio compleanno!In un battibaleno sono quindi scattati i cori di auguri: prima in inglese (non si capisce per quale misteriosa ragione vista la loro pressochè nulla conoscenza di questa lingua), poi in spagnolo con annesse benedizioni!
Impossibile descrivere l’emozione, inutile lo sforzo di trattenere le lacrime: i sorrisi sinceri di quei bambini, i “miei ninos”, – quegli stessi che magari il giorno prima mi avevano fatto stancare ed arrabbiare da morire – i loro abbracci intensi mi hanno riempito il cuore fino a quasi farlo scoppiare di felicità. Dulcis in fundo – è proprio il caso di dirlo – alcuni di loro sono arrivati al punto di sacrificare le loro preziose caramelle per farmi un regalo e anche nei giorni successivi sono continuati ad arrivarmi auguri, con tanto di scuse per il ritardo. Cose dell’altro mondo!
Cos’altro avrei potuto chiedere di più per rendere questo compleanno indimenticabile?
I regali più belli della vita sono, come sempre, quelli intangibili, quelli gratuiti ma dal valore inestimabile, quelli irripetibili, unici, quelli che solo il cuore potrà davvero conservare e il ricordo preservare. Chiedimi se sono felice.
Vi lascio con questo link nella speranza che possiate visualizzarlo!
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Hasta pronto!