Drinnnnn Drinnnnn…suona la campanella che segnala la fine delle lezioni: è l’una del pomeriggio. I bambini veloci escono dalle classi e si incamminano verso le loro case.
Nel kiosco all’entrata permane la Signora Melsia, ha solo 40 anni ma sembrano molti di più. Mi siedo con lei al tavolino, è giunto il momento di fare i conti di ciò che si è venduto durante la mattinata. Prima di iniziare, ci prendiamo una tazza di the caldo…
“Martita, sai come sono arrivata in questo serro?” mi dice. “No Signora Melsia, come?” rispondo io.
“Io vengo da Puno, mio marito è originario della selva. Dopo che ci siamo sposati vivevamo a Puno con la mia famiglia; lì ora c’è ancora mia mamma ed una mia sorella, gli altri miei fratelli sono in altre parti del Perù.
A Puno fa molto freddo ma a me e al mio sposo piaceva, lavoravamo ed avevamo il nostro piccolo campo dove coltivavamo patate ed altre poche verdure.
Poi è nata Melissia, qualche anno più tardi Pablo ed infine Josè David. Pensando ai nostri figli abbiamo riflettuto che trasferendoci a Lima avremmo potuto offrire loro qualche opportunità in più, assicurargli un futuro migliore.
Per il bene dei nostri figli abbiamo venduto la nostra casa ed il nostro campo a Puno, abbiamo richiesto al Comune un terreno a Lima, lo abbiamo comprato ed eccoci qui; da qualche anno viviamo in questo AA.HH. (Acentramiento Humano). La maggior parte delle famiglie che vive qui proviene dalla sierra.”
“È vero Signora Melsia, mi sono accorta che qui c’è una forte concentrazioni di migranti andini”.
“Martita, sinceramente vivere qui non è facile, io e mio marito non pensavamo fosse tanto difficile. È vero che il clima non è tanto freddo come a Puno ma in modo diverso è molto duro e non abbiamo possibilità di avere un campo per coltivare. In estate qui non cresce nulla è come il deserto. In inverno invece tutto diventa verde, crescono fiori, piante ed attorno alla nostra casa riusciamo a creare il nostro piccolo orto. I problemi sono dati dalla mobilità, diventa difficile spostarsi perché con la nebbia non si vede nulla, inoltre per camminare in strada bisogna usare gli stivali perché il terreno con la pioggia è paludoso e si scivola.
E poi qui qualsiasi cosa si paga, e ci sono tante più necessità da affrontare: TUTTO HA UN COSTO E TUTTO È CARO.
Martita, in tutta sincerità ti dico che stavo meglio a Puno, io e mio marito abbiamo pensato più volte di tornare a vivere lì ma i nostri figli non vogliono…per noi, loro sono tutto, sono la nostra vita: restiamo qui per loro”.
Questa è la storia della Signora Melsia. Da quando ho iniziato le visite domiciliari ho notato che come la sua tante altre si assomigliano, tutte con un unico fine: trovare nella Capitale di Lima la speranza di una vita migliore.
E così, percorrendo la deserta costa peruviana alla periferia di Lima, si notano molti cartelli con scritto AA.HH. (Acentramiento Humano) con tanti terreni liberi in vendita…tante altre Villa Maria stanno per nascere.
Marta Da Costa Afonso